martedì 28 febbraio 2017

L'elefante in cristalleria.

Nel 2008 a suonare il campanello d'allarme fu Northern Rock, il quinto istituto di credito del Regno Unito che fino all’autunno del 2007 aveva dato l'impressione di essere una banca solidissima. Poi i correntisti avevano iniziato ad accalcarsi agli sportelli della banca chiedendo di ritirare il proprio denaro. File interminabili riprese dai media. Una corsa che non accadeva dall'Ottocento. A dare la sveglia a Wall Street fu però il successivo fallimento di Lehman Brothers, uno dei crack più pesanti della storia finanziaria degli Stati Uniti, quello che ha sconquassato l’economia di tutto il mondo. Se il 2008 è stato lo tsunami della finanza, il 2016 passerà alla storia - con Brexit e Trump - come il 2008 della politica. Ma questa dorme fra due guanciali e sembra ignorare l'elefante nella cristalleria.

@CastigliMirella

domenica 5 febbraio 2017

Euro a due velocità, la nostra condanna a morte definitiva.

Diciannove miliardi di flessibilità, la crescita che arranca allo 0,8%, la metà della media Ue, e il debito che corre al 134% del PIL, il doppio del parametro dei Trattati. La produttività è salita a stento di un modesto 4% dal 2000 ad oggi, contro il 19,2% della Germania e il 25,2% della Francia. Già, nei fatti, l'Italia non sta in business class, ma nel gruppo di coda dei Paesi del Club Med che viaggiano low-cost. Con la vittoria del NO, la Germania ha capito che neanche vogliamo provarci: neanche vogliamo fare la fatica per appianare le due velocità che si trascinano dai tempi di Maastricht, febbraio 1992. Ma l'euro a due velocità ci condannerebbe all'irrilevanza definitiva.