giovedì 29 gennaio 2015

Se Tsipras finisce nel lettone dell'amico Putin.

In Grecia agricoltura e turismo mantengono sì e no il 30% della popolazione. Se Tsipras rifiuta le riforme, dovrà tagliare per 10 miliardi, dal momento che non ha i soldi per pagare i titoli in scadenza. Il governo greco può fare quel che vuole (è la democrazia, baby!), ma ha un disperato bisogno di soldi liquidi. Fame di cash. Sebbene abbia ricominciato a finanziarsi sul mercato, un eventuale default chiuderebbe le porte, e si troverebbe messa ancora peggio. Trastullarsi con la commovente bella ciao, non è lungimiranza. Ma si avvicina all'idea di suicidio politico. Minacciare poi Europa e Nato con un accordo con Putin, è poi delirante o la pistola fumante di qualcos'altro?

mercoledì 28 gennaio 2015

Trappola per topi.

Tsipras‬ ora capisce di essere in trappola. "I rendimenti sui bond greci si impennano al 17%". Lo Spread è a 950. La Borsa di Atene crolla del 9%. Tic tac, tic tac. "I greci hanno 2.7 miliardi di avanzo, ma è un artificio contabile dovuto al fatto che non contabilizzano gli interessi su alcuni prestiti. Di fatto, le casse greche sono vuote. Entro il 28 febbraio devono portare le riforme a Bruxelles, se vogliono i 7 miliardi che servono loro per pagare le pensioni. Se non riceveranno quel prestito, Tsipras dovrà non solo annunciare che NON aumenta le pensioni, ma che le taglia."

martedì 27 gennaio 2015

La (Porka) Troika ha letto il Gattopardo. A quando gli 80euro di Tsipras?

Se aveste letto Porka Troika, vi sareste resi conto che la solidarietà europea c'è stata. Che gli italiani hanno - anche - tirato la cinghia per salvare Grecia e Spagna. E poi hanno dovuto fare la Riforma Fornero delle pensioni per salvare l'Italia, mentre la Bce inonandava di liquidità l'Europa per salvare le #banche. Banche che, se fossero crollate, avrebbero messo in ginocchio l'intero Sud Europa in maniera ben più tragica di come è andata. Adesso è l'ora di mettere soldi sul sociale, per combattere la #povertà e offrire pari opportunità. Ma questi soldi non si stampano: si prendono agli evasori e a chi ha inutili privilegi, quelli sì un lusso insostenibile nella globalizzazione. Abbattere evasione e corruzione sono battaglie giustissime e sacrosante, come tagliare sprechi ed enti inutili, baracconi che drenano risorse al sociale. Il compito di un'Europa civile consiste nel salvare sanità e scuola, migliorandone i servizi, tagliando sprechi, ruberie e malaffare: oggi si può, anche a costi inferiori, grazie al digitale.

La (Porka) Troika ha letto il Gattopardo. A quando gli 80euro di Tsipras?

lunedì 26 gennaio 2015

Tsipras, Bella Ciao. O Francis "Frank" J. Underwood di ‪House Of Cards‬?

Praticamente, i fan di ‪‎Tsipras‬ hanno eletto Francis "Frank" J. Underwood di ‪House Of Cards‬. Cantando ‪‎Bella Ciao‬, stanno andando al governo con i nazionalisti di Anel (fra Alfano e una destra sociale alla Faccetta Nera stile Meloni di Fratelli d'Italia).

P.S.: Gli italiani stanno regalando ‪700 euro‬ a testa a ‪‎Tsipras‬: una famiglia di 3 persone, 2100 euro circa. Siamo creditori per 3 punti di PIL, 40 miliardi di euro. Ciao ‪VacanzeCiao‬. (Tante grazie a Vendola-Fassina-Civati eh!). Geni tutti.

giovedì 22 gennaio 2015

Su una cosa hanno però ragione.

Scie chimiche. Il complotto. Il grande vecchio. I parassiti, i gufi, il capo dei 101. In ‪‎Grecia‬ stanno per eleggere ‪Tsipras‬, alla Bce Mario Draghi lancia il QE da mille miliardi (60 miliardi al mese, il 20% condiviso), a partire da marzo. In Italia, invece, tutti contro tutti, il solito falò delle vanità, mentre la ‪‎disoccupazione‬ è da brividi e solo la crescita‬ può ridare ‪‎fiducia‬ e ‪‎lavoro‬. Su una cosa però hanno ragione. Se non fossero stati nominati, sarebbero fuori: nessuno li avrebbe mai votati ed eletti.

mercoledì 21 gennaio 2015

La Sinistra torna all'opposizione, delegando il governo ad altri (e con un pugno di mosche, in mano: as usual).

La ‪‎Sinistra‬, quella che in Grecia voterà per ‪Tsipras‬ e in Spagna tifa per ‪Podemos‬, oggi avrebbe potuto sperare di avere un presidente della Repubblica a sua immagine e somiglianza: Prodi o addirittura Rodotà. Lo avrebbe avuto, se in passato avesse consentito il Presidenzialismo. Oggi tutti i sondaggi danno questi nomi come vincenti. Ma il Presidenzialismo, in Italia, non c'è, perché la Sinistra lo ha sempre boicottato come demagogico. Una roba di destra. Invece di puntare sul presidenzialismo (naturale conseguenza del maggioritario), ha preferito sempre riforme pasticciate. Alla fine, si è intestardita sulle preferenze.

Il risultato? Avrà l'‪‎Italicum‬, molto peggio del Mattarellum, e pure del Porcellum. Non avrà un presidente della Repubblica "popolare", stile ‪Pertini‬.

Un tafazzismo che la condanna alle terze Larghe Intese dal 2011 ad oggi. Senza ottenere nulla, se non un pugno di mosche: mantenere la Ditta, stare all'Opposizione in eterno, delegare il governo ad altri (meglio se tecnici).

P.s.: Vi stupisce il ritorno alle Larghe intese? Le ha fatte ‪Bersani‬ nel 2011 con Monti premier. Le ha rifatte ‪Letta‬ (salvo poi accontentarsi della scissione di Ncd). Ora toccano a ‪‎Renzi‬. Dopodiché, non c'è ‪‎Tsipras‬, il No euro, il No Fornero, le fanta-ipotesi rivoluzionarie o un paracadute. C'è solo Katainen via Corrado Passera: la ‪‎Porka Troika‬ di sempre. O la DC delle Larghe Intese, forever.

P.s. 2: Dopo le ‪‎Idi Di Marzo‬, e le 23 pugnalate a ‪Giulio Cesare‬, per difendere le tradizioni repubblicane (ma anche inferte per invidia e per mancate ricompense...), non arrivarono i nuovi Fratelli Gracchi. No. Seguirono le battaglie che incoronarono Augusto, ‪Ottaviano‬. Pensa te! (Il resto lo ha spiegato Lenin coniando la terribile, ma chiara ed esplicita, espressione: "utili idioti").

martedì 20 gennaio 2015

Le Idi di marzo, in anticipo.

Il Parlamento italiano preferisce le elezioni con il proporzionale, senza alcun vincitore? Bene. Allora non ci resta che spalancare le porte a ‪‎Katainen‬ e al ‪FMI‬. Del resto, ‪‎Cottarelli‬ penserà: Nulla di nuovo sotto il sole di Roma. Del resto, la ‪‎Troika‬ è lì che aspetta, fiduciosa, da mesi. Le Idi di marzo, in anticipo.

P.S.: Dopo le 23 pugnalate inferte a ‪Giulio Cesare (di cui una ‬sola mortale), non si tornò affatto alla tradizione. Dopo il 15 marzo del 44 avanti Cristo, non si tornò affatto alla Repubblica. L'eliminazione di Cesare non servì infatti ad arrestare il processo ormai irreversibile della fine della Repubblica. Gran parte dei partecipanti alla congiura delle ‪‎Idi di Marzo‬ morì di morte violenta già l'anno successivo. La scia di vendette e di sangue che si concluse solo nel 42 a.C. con la battaglia di Filippi, che segnò la vittoria di Antonio ed Ottaviano (ancora alleati). Dopo la bruciante sconfitta, Bruto e Cassio si tolsero la vita. Dante Alighieri, nella Divina Commedia, li getterà nella parte più profonda dell'Inferno, la Giudecca, tra le fauci dello stesso Lucifero, insieme a Giuda Iscariota: bollati come traditori dell'impero. Impero che poi prese il largo con ‪Ottaviano Augusto‬, dopo la battaglia di Azio (2 settembre 31 a.C.) che segnò la disfatta di Marco Antonio (per merito di Agrippa). Il 27 a.C. veniva attribuito il titolo di Augusto ad Ottaviano, seppellendo per sempre la Repubblica.

lunedì 19 gennaio 2015

Tsipras vs. Cofferati.

"Tsipras: 40 anni, ingegnere con specializzazione post laurea, Presidente di partito, 28% alle ultime elezioni politiche, gode di ampio consenso fra i giovani. Cofferati: 68 anni, pensionato da perito chimico, unica attività lavorativa, da ragazzo, impiegato alla Pirelli, oscura presenza nei ranghi del PD, carisma da burocrate del soviet". Recentemente bollato come Sceriffo persino dalla sinistra bolognese. Unico punto in comune fra i due? Un'incrollabile fede nel marxismo. Ovviamente degli altri.

Obama ha chiesto uno sforzo all’1% più ricco. Come chiesero Warren Buffet e Bill Gates, anni ed anni prima di Piketty.

martedì 13 gennaio 2015

Al Quirinale, un europeista convinto.

«Whatever it takes». Con queste tre parole pronunciate nel 2012, il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi mise fine all'attacco all'euro, riportando gli Spread dentro i confini dei tecnicismi. La foto dei 50 leader, non è altro che il «Whatever it takes» della Politica. L'Eurozona risponde in maniera secca e sferzante a chi soffia sul fuoco delle paure. I «Whatever it takes» mettono paletti. Segnano limiti. Chi vuole sfidare Bruxelles, ora lo sa.

L'Europa unita può difendersi, dare lavoro, offrire vera integrazione. Se ogni Paese va per conto suo, fa la fine del vaso di coccio, frantumato in mille pezzi. Ora la decisione spetta solo agli europei. Ma poi chi vota per la disintegrazione, non si lamenti se finisce nel gorgo di un'autarchia fascista, senza più libertà (neanche minime), senza alleanze e cinture di sicurezza.

"Dai conflitti si esce dando voce a tutti"  dice Papa Francesco in Sri Lanka. Dai conflitti si esce dando vere pari opportunità, a partire dalla scuola fino al lavoro, nelle banlieue, perché il resto, semplicemente, non funziona, semina odio.

La Francia ha dato i natali all'Illumismo a quella ventata libertaria che ha cambiato la Storia europea per sempre. L'Italia è il Paese di Galileo, dell'abiura, del "buon senso" che però cambia la storia della filosofia fondando la Scienza moderna. Gli italiani non devono diventare francesi, perché ogni popolo ha la sua cultura, la sua storia. Ma entrambi sono europei, hanno fatto la storia dell'Europa. Il bello di essere europei consiste proprio nel rispetto delle reciproche diversità, nel credere nell'integrazione europea per unire l'Europa in senso federale, esaltando i valori di ogni cultura. Un abitante di New York non la pensa come un residente del Midwest: non per questo un cittadino è meno americano dell'altro. Essere europei significa integrazione, rispetto, difesa comune. Significa soprattutto 70 anni di pace. Ne vale la pena. 

Al Quirinale serve un presidente della Repubblica profondamente europeo (come lo è stato senz'ombra di dubbio Napolitano), per spingere l'acceleratore sull'Unione.


lunedì 12 gennaio 2015

Gli apostoli del complotto.

Il ciarlatano aggiunge altra complessità. "Persone infelici di un'esistenza che non ha sbocchi di soddisfazione, frustrante, povera, vuota. Il motivo per il quale aderiscono a queste teorie, il motivo per il quale se ne fanno essi stessi portatori, e' che se togliete il grande complotto, se togliete le multinazionali malvagie, se togliete gli alieni, le scie chimiche, il signoraggio, l'euro, questi poveretti non possono più giustificare , prima di tutto con se' stessi, il proprio fallimento, economico ed esistenziale".

La foto. E la realtà. Democrazia vs. Dittature.

La foto della conferenza di Yalta. Le foto dei Summit. Sono sempre leader inavvicinabili, inarrivabili. Loro, nella Storia. Gli altri nel fango in trincea. Anche in questa foto c'è una linea rossa invalicabile: mettere a rischio la vita di cinquanta leader globali, non era in agenda dei servizi francesi, è ovvio. Pensare il contrario sarebbe da ingenui, inguaribili creduloni. Tuttavia, questa volta, i Potenti sono scesi dal piedistallo, non si sono rifugiati all'Eliseo - come avrebbero fatto fino agli ultimi G8 o G20 -, hanno provato a mettersi in gioco. Anche se con tutte le ipocrisie della politica, i trucchi del mestiere, la finzione scenica. Ma non erano completamente sicuri: non poteva comunque essere garantita la totale blindatura al 100%, quella che poi nessuno può assicurare, ma a cui si avvicina l'Air Force One, tanto per dire. Le distanze un po' si sono accorciate? Nessuno lo sa: ma aver avuto paura come un cittadino in metro ogni volta che vede una "borsa sospetta", avrà un effetto. Quello che è catturato in questa foto, è in fondo un'ammissione: "Siamo tutti sulla stessa barca", nonostante le distanze, gli apparati di sicurezza e i protocolli, le distanze reali e tutto il resto. Poi, è ovvio: vi sembrano ipocriti, vi sembrano fatui, possiamo non votare o non votarli - questa è la differenza fra una democrazia e un califfato o una dittatura -, possiamo astenerci, potete andare a Kobane ad aiutare i curdi sul fronte, o a fare i giornalisti in Siria o continuare a fare i rivoluzionari da tastiera, blindati nel salotto (lì siamo più al sicuro che i leader in questa foto): ognuno fa le sue scelte. In salotto si sta al calduccio e non si rischia nulla, se non si lascia il gas aperto o non capita un terremoto del nono grado scala Richter... In fondo, ognuno si blinda nelle sue certezze come vuole. E nessuno pensa che Tsipras, una volta eletto, rinuncerà alla completa Security: la democrazia è già abbastanza fragile con gli apparati di sicurezza; se è nuda, diventa Homo homini lupus. E a vincere non sarebbe l'adorabile anarchico bambino del Re è Nudo, ma vincerebbe un Dittatore. Con o senza barba, pronto a impedire al popolo che scenda in piazza.

giovedì 8 gennaio 2015

#JeSuisCharlie.

Bassi tassi d'interesse. Petrolio a prezzo dimezzato. Euro debole (-25%) che spinge l'export. Ma l'Eurozona, ora colpita al cuore dall'attacco a Charlie Hebdo (12 morti + vari feriti, di cui alcuni gravi), rimane nel panico. Il crollo del petrolio, l'azione di guerra in una redazione libertaria al centro di Parigi, la Russia e Grexit, pesano come un macigno. Negli USA (in crescita del 5% nell'ultimo trimestre) si teme la bolla del fracking.

P.S.: Il titolo del Financial Times di oggi (Giornalisti stupidi) è osceno. Ma la domanda da porsi è: Quanto muovono i Fondi Sovrani arabi e la finanza islamica? Nel 2013 in crescita del 50% rispetto al settore bancario tradizionale, si parla di 1500 miliardi di euro entro il 2014. Però non è un buon motivo per rinunciare alle Libertà occidentali.

Nel secolo scorso ci sono stati i roghi dei libri, l'internamento nei campi di concentramento o nei gulag, il genocidio, l'assassinio politico, il terrorismo (di ogni matrice), perfino le stragi di Stato. Ora abbiamo visto un atto di guerra mirato: l'assassinio di un giornale. Un attacco al cuore delle libertà e della democrazia.