martedì 30 aprile 2013

La figlia di Giangrande, esempio di grande dignità

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Cronache Marziane/1

Cronache Marziane/1. Nel 2010 iniziarono a cercare prove di misfatti fra le lenzuola dei Potenti. Scrissero sui loro Media che il Leader era ricattabile, metteva a rischio la "credibilità" del Paese, perché frequentava Persone Irricevibili. Tutto appurato. L'Espresso ci ha fatto copertine su copertine, i giornali inchieste su inchieste. Per contrastare ciò, serviva qualcosa di efficace come "Se non ora quando?", per rendere noto al mondo intero che le donne italiane non volevano essere complici della cosiddetta Mignottocrazia e volevano invece scommettere sul Fattore D. Poi, con un giro di Valzer, senza neanche spiegare il perché di una brusca inversione a U, dissero che il Leader, fino all'altro ieri Public enemy n.1, era invece l'Unico Alleato possibile: perfino Leale, in fondo in fondo, Probo e quasi Onesto, dopo una generale Amnistia. Fino a ieri, era impresentabile, oggi è uno Statista. Visto dallo Spazio siderale, fa quasi sorridere. La Farsa Italiana è servita. Cirino Pomicino, fine I Repubblica - pre Tangentopoli-, ci consegnò un Paese con un rapporto Debito/PIL al 98% circa. Oggi la fine della II Repubblica ci consegna un Paese, al collasso, stremato, distrutto dalle tecnomafie, con una scuola che fa acqua da tutte le parti, una classe digerente impresentabile in Occidente, con un rapporto Debito/PIL che si avvia verso il 132% (stime di fine 2013). Ricordiamoci: al 140% uno Stato è tecnicamente fallito. Default. Vuol dire che deve ristrutturare il Debito. E la Grecia e Cipro insegnano che è dura, durissima, risalire la china da lì.

K.P.: La sorpresa di nessuno.


lunedì 29 aprile 2013

Giù le mani dal M5S!

Lo sciaccallaggio di chi ha cercato di imputare quanto succeso ieri a Roma al clima nell'era del M5S, è di una volgarità imbarazzante. Il M5S è pacifico e pacifista, e i toni aspri non vanno guardati con sospetto. Anzi, il M5S ha finora incanalato la protesta nel dissenso democratico. Giù le mani dal M5S! Gli sciacalli sono insopportabili.

Il M5S rappresenta l'opposizione. In  quanto tale dovrà presiedere la vigilanxza RAI e il Copasir.

Letta dai toni obamiani

Questo governo può durare almeno 2 anni, se non 5. Il discorso di Enrico Letta è un dream speech obamiano. Chi vuole democraticamente fare opposizione, se ne faccia una ragione: Mister Letta ha fatto un discorso solido e pragmatico. Migliore di qualsiasi discorso fatto dal centro-sinistra in 20 anni. Il pungolo del M5S lo ha costretto a volere l'abolizione delle Province ea tagliare drasticamente i costi della Casta. Per questo il M5S si merita SUBITO la vigilanza RAI e il Copasir.

Ecco i punti salienti del discorso di Enrico Letta:

Abolizione legge sul finanziamento dei partiti; 

l'eliminazione dello "stipendio" dei ministri parlamentari (il doppio stipendio);

Superare il bicameralismo paritario. Abolire le province;

Meno tasse sul lavoro, migliorare ammortizzatori sociali estendendoli a chi ne è privo, studiare forme di reddito minimo per famiglie bisognose;

Abbiamo un sogno. Unione politica europea. Sogni che vogliono diventare realtà: è
l'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa;

Ridurre le restrizioni ai contratti a termine aiutando le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato;

Risolvere i problemi della giustizia e delle carceri, sull'immigrazione valorizzare i nuovi italian
Mi auguro che duri SOLO SE riesce ad attuare il programma. 

L'Excelgate scoperto da giovanissimi ricercatori

L'Excelgate di cui prima vittima è Atene - ma anche Spagna e Italia soffrono un'eccessiva Auisterity recessiva -, mette in discussione il legame Debiti/Crescita,e dunque manda a picco la teoria di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Il terremoto è stato scoperto da un 28enne economista, senza Nobel: ha solo rifatto i conti, osservando che i due economisti di Harvard avevano incolonnato male le cifre su Excel. Una teoria è stata demolita da giovani ricercatori - Thomas Herndon, Michael Ash e Robert Pollin dell’Università del Massachussetts (UMass) - dimostrando come i due economisti avessero commesso un errore su Excel nel paper “Growth in a Time of Debt” del 2010. I ricercatori ha cercato le prove, ha rifatto i conti, Verificando le Fonti. Cosa che nessun economista mondiale si era degnato di fare.

Dunque, non è vero che se il PIL supera il 90%, la crescita sia impossibile. Rifacendo i conti, Australia e Canada dimostrano l'opposto. Quello che conta è il Rapporto Debito/Pil: infatti, l'Austerity italiana ha provocato il collasso del PIL e il boom del Debito. Un assurdo controsenso, dopo i sacrifici fatti. (Detto ciò, la stagnazione giapponese non è un esempio positivo per nessuno: e anche la neo immissione di valanghe di yen, va vista sulla medio-lunga distanza. Per i soliti amanti dei paradossi, nessuno qui dice di tornare alla finanza allegra, ma solo che l'Europa ha basato la sua Austerity in base a un Paper errato. La tetragona Lagarde aprirà gli occhi, finalmente?).


domenica 28 aprile 2013

Un terzo di donne

Sette ministri su 21 sono donne. L'età media è sotto i 55 anni. Giovani, donne e alcune competenze indiscusse, e benvolute da BCE ed agenzie di rating (Saccomanni, Bonino e Giovannini, su tutti). Il governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta, ex giovane Dc, fondatore del PD e di Vedrò, lettore di Dylan Dog, porta la Generazione X al potere. Certo - dagli spari davanti a Palazzo Montecitorio da parte di un disoccupato, separato, forse rovinato dal videopoker - non sarà una passeggiata. I temi del lavoro e della lotta alla disoccupazione, sono centrali.

Al M5S, la Vigilanza sulla RAI e il Copasir: almeno questo, lo dovete a un movimento votato da 8 milioni di italiani, che vuole conoscere i meccanismi dello Stato, per denunciare ciò che non va.

mercoledì 24 aprile 2013

Enrico Letta al Quirinale su Fiat Ulisse

Napolitano ha passato gli ultimi 50 giorni a pane e Machiavelli. Letta che arriva senza auto blu, senza autista, ma guidando una Fiat Ulisse in Quirinale, richiama mediaticamente l'elezione francescana, e pauperista, in Vaticano. Stanno ricompattando il sistema di potere dell'Ancien régime con un esecutivo fatto di 12 ministri. Proprio come Papa Francesco sta rifondando il Vaticano, lontano dai fasti di Vaticano SPA, ma sotto l'ombrello della sobrietà francescana. Machiavelli a Napolitano ha poco da insegnare, insomma.

Se Enrico Letta nominerà pure un Sottosegretario al Digitale, se non varerà addirittura un ministero per Internet, per scommettere su Agenda Digitale e Smart City, potrebbe perfino diventare un governo innovativo, rendendo la vita dura alle Opposizioni. 

Letta junior sarà il Gerhard Schröder italiano o l'ennesimo Bamboccione Dc che non ha mai lavorato fuori dal Partito?

Letta junior sarà il Gerhard Schröder italiano, capace di fare una Grosse Koalition, caratterizzata da "politiche per le donne e per le famiglie in cui miliardi di euro sono stati stanziati per la costruzione di asili nido e da una riforma sociale (Agenda 2010) che fu contrastata da parte della sinistra dell'SPD e da parte del sindacato, e che in tema di politica interna ha promosso una "migliore integrazione degli stranieri in Germania facilitando l´acquisizione della cittadinanza tedesca e introducendo corsi per la integrazione"? VeDrò, direbbe Enrico Letta. La sinistra italiana è già in fibrillazione.

Ma, come ogni democristiano  che non ha mai lavorato fuori dal Partito, credo che Enrico Letta rischi di passare alla Storia come damerino Cameron, un inutile conservatore con tanti figli e poche idee. Ma la sfida è sua, e in 100 giorni si vedrà di che pasta è fatto.

Certo, se in 100 giorni deluderà, l'Italia dovrà andare alle elezioni., Con un certo Matteo Renzi in pole.  

I Partiti cercheranno i salvacondotti per parenti, amici di famiglia e scandalo MPS? Su questo potrebbe cadere la coalizione. A meno che non facciano un'amnistia globale, in cui liberano pure le carceri incivili italiane (uno scandalo mondiale, sia chiaro), e mettono la polvere sotto ai tappeti. Alla maniera ex DC. Il M5S tenga gli occhi aperti, e cerchi di farsi dare Commissioni RAI e Copasir.

martedì 23 aprile 2013

Il Welfare non va abolito, ma riorganizzato

Due date importanti segnano la civilità occidentale. La rivoluzione francese (1789), che mette fine alla nobiltà e stabilisce l’uguaglianza fra i cittadini, oltre alla nascita dello Stato moderno. La seconda è quella del 1942, quando in Inghilterra il rapporto Beveridge dà forma al welfare state. Il Welfare non va affatto abolito, ma salvato con una sana riorganizzazione. Allontanando la politica dalla sanità (la sanità sta alla politica come il miele alle api: facciamola finita!); e dicendo a chi è ricco di contribuire di più.

Al governo che sta per nascere chiediamo tagli per 50-60 miliardi di euro, in modo da liberare risorse per ridurre le tasse in maniera consistente, e generare crescita subito. Quindi, non abolite il Welfare, ma tagliate gli sprechi, abolite le province eccetera. Il enominatore conta più del numeratore nel Rapporto Debito/PIL!

Renzi non fidarti MAI di D'Alema

Ma perché siamo passati dall'Aurea Mediocritas alla mediocrità priva di senno? il perché la sconfitta di Prodi, secondo Uriel. Ecco perché Renzi non dovrà mai fidarsi di D'Alema e dei dalemiani: perché "l'invidia vince sempre cosi'. Su un cumulo di macerie."
  
Il senso di superiorità di una certa Sinistra è fuori luogo. Primo, perché è cascata nei tranelli di tutti, dal M5S al Pdl. Secondo, perché ha scambiato la mediocrità di certi politici per Aurea Mediocritas, dimostrando di non conoscere neanche il latino. In terzo luogo, il PD ha dimostrato di essere parte del problema, invece che della soluzione, come denuncia Uriel. Se si sfascia, facciamocene una ragione. Piangere sul latte versato, ormai, è inutile.




Gli italiani si avviano verso il semi-presidenzialismo?

Forse no, forse verso il Premierato forte. Certo è che Stefano Rodotà lo volevano in 4 mila (dati Quirinarie, dal blog di Grillo), il Napolitano-bis il 75% non degli elettori, ma degli ELETTI. Che cosa volessero gli elettori, non lo sappiamo, visto che non votano direttamente. Forse, si avvicina a una percentuale verosimile il sondaggio sul gradimento di Napolitano, al 55% (IlFattoQuotidiano.it di ieri). Anche se un'elezione del Presidente con Prodi vs. Rodotà vs. Napolitano vs. Berlusconi-Letta, sarebbe un test tutto da verificare. E non sapremo mai che esiti avrebbe davvero dato, perché ogni campagna elettorale va vissuta, e fare stime è troppo complesso e fuorviante. Ma il gradimento di Napolitano è un indice.

lunedì 22 aprile 2013

Napolitano bacchetta i Partiti: sterili e sordi

"La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del 'metodo democratico'" un bel discorso di Napolitano, Presidente della Repubblica rieletto al secondo mandato, che ringrazia anche il M5S e alla Partitocrazia riserva sonori ceffoni.

Denunciare la casta, non è qualunquismo

Mentre gli italiani hanno visto crollare il loro PIL procapite del 6,5%, nel periodo 2001-2012 (dati FMI), le spese della Camera esplodevano del 9,5% e quelle del Senato del 21.6%. Firmato: Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Denunciare la casta, non è qualunquismo.

Per combattere l'evasione, bisogna combattere la corruzione. E tagliare gli sprechi.

Il problema non è (solo) l'evasione, ma soprattutto chi toglie senso alla lotta all'evasione: "I nostri avversari più difficili non sono gli evasori, ma coloro che attraverso corruzione e inefficienza svuotano di senso il nostro lavoro e dilapidano il denaro pubblico che raccogliamo" (Attilio Befera). Sprechi e corruzione giustificano l'evasione? Non dovrebbe, ma succede. Per questo, Per combattere l'evasione, bisogna combattere la corruzione. E tagliare gli sprechi.

domenica 21 aprile 2013

Se Crozza viene superato dalla realtà

Con viva e vibrante soddisfazione. Con ostentata soddisfazione della Partitocrazia arroccata nel Palazzo. Con i media fare da scudo a Re Giorgio, l'ex comunista, thatcheriano per scewlta.

Ma la frana inizia con un piccolo smottamento, che poi s'ingrossa, finché non porta giù l'intera montagna.

Il Friuli darà il suo verdetto, per primo. E vedremo chi è dalla parte di chi, mentre il Palazzo si asserraglia, terrorizzato dall?iperdemocrazia deol Web, dietro al solito Mantra: "Ce lo chiede l'Europa. Lo volevano i Mercati".

venerdì 19 aprile 2013

Niente Prodi, tiene Cancellieri

Cancellieri è la candidatura più forte, a questo punto. Ed Enrico Giovannini (Istat) potrebbe diventare presidente del consiglio a tempo, governo di scopo. Fino ad ottobre. Certo, il PD è finito. Morto. Kaputt. La candidatura Rodotà ha mostrato che il RE è Nudo.

Romano Prodi for President

Probabilmente, se ci fosse stata l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, avrei votyato o Rodotà o Prodi. Dunque, la prossima elezione di Prodi va nel verso giusto.

Ora serve Barca a capo del PD, per rifondarlo

E alle elezioni di ottobre? Renzi è il nome più probabile, visto che è stato il più grande elettore di Prodi.

Grillo/M5S rimarrà nella Storia d'Italia come il “detonatore” di questo cambiamento. Contro l'inciucio. Spero che i più capaci del M5S diventino Classe dirigente: ne hanno la stoffa, concreti e pragmatici come sono.

(M.C.)

giovedì 18 aprile 2013

Il fattore K

«Appena scelto Marini sono arrivate due o tremila mail di protesta. Forse c’è dietro una regia» dice Fioroni, uno che ha semptre avversato Internet, incapace di capire la Rivoluzione Digitale, quella che fa crescere il PIL e combatte la disoccupazione.

Il PD ha un problema: vero. Ha allevato un elettorato "a pane e manette" (copyright M.T.Meli) ed oggi si lamenta dei suoi figli. Càpita, se uno non coltiva mai il liberalismo delle idee.

Comunque, Prodi è più vicino al soglio pontificio... ops: al Quirinale. E sarebbe la vera rivincita del Professore, defenestrato dai D'Alema per una vita. A meno che non riesca il colpaccio al M5S con Rodotà. O esca dal cappello un Sabino Cassese.

La prossima volta, il Presidente della Repubblica fatelo votare a noi italiani. Siamo stufi di deleghe a incapaci.

Perdono tutti, ma vincono i social network

I social network hanno mostrato in tempo reale il Sentiment della base PD. Come scrive Uriel, la Rete impedisce il cono d'ombra. L'elettore vuole avere peso anche *dopo* le elezioni. E forse vorrebbe eleggere il Presidente della Repubblica, come nel semi-presidenzialismo francese.

Queste elezioni vedono la vittoria dei social network, dove nessuno riesce a mettere a tacere il dissenso contro il Pd. La base preferisce la "democrazia diretta" alla delega? Non lo so. Ma su Twitter e Facebook, la base si organizza. Ed in Rete impallina. Meglio dei franchi tiratori di democristiana memoria.

Rodotà. Se non ora quando?

Serra, Fo e Spinelli: "Rodotà, adesso". Ma la candidatura Prodi aspetta la quarta votazione. 

Stefano Fassina è colui che si è schierato con Franco Marini perché "mia cognata che lavora alla posta e mio cognato che fa l’elettrauto non sanno chi è Rodotà". Ricordiamocene. E mi spiace perfino per Franco Marini, uno onesto anche se dell'altro secolo, per come lo hanno usato. Le parole sprezzanti di Fassina contro Rodotà, fanno impressione.

Il PD è spaccato. E, in fondo, si sa: Aprile è il più crudele dei mesi...

Dalla quarta, Prodi è favorito

Le "larghe intese" sfumano. Dalla quarta, Prodi è favorito.

Franco Marini, un Pertini fuori tempo massimo

Scrive Pippo Civati sul suo blog: "Se avessimo voluto consegnarci al Pdl, avremmo potuto farlo il 26 febbraio, oltretutto, senza far finta di voler fare sfracelli con il M5S. Che non abbiamo fatto. Gli sfracelli li facciamo benissimo da soli. Governo del cambiamento? Sì, ciao". Franco Marini, che non ragiunge il quorum al primo scruutinio, sarebbe stato un Pertini, onesto, ma fuori tempo massimo: troppo Prima Repubblica!  

Quello che oggi abbiamo visto in direta è pura schizofrenia: l'establishment vuole le larghe intese e il governo di scopo, seguendo il solco dei Facilitatori. La base, no: vuole trasparenza e meriti, ma soprattutto Metodo condiviso e Beni comuni. Inconciliabili?

Bersani, dopo l'abbraccio ad Alfano, potrebbe pure dimettersi. Sconfitto su tutta la linea.

Se vogliono le larghe intese, usino un altro Metpdo e puntino su Sabino Cassese. Se vogliono un Presidente d'itesa col M5S, invece, il nome c'è già: Stefano Rodotà, che piace a tutta la base di sinistra.

mercoledì 17 aprile 2013

Il PD vuole votare Sabino Cassese con PDL

Sabino Cassese sarebbe un buon nome se non ci fosse stato quello di Rodotà. Il motivo? Perché dopo Cassese, si aprirebbero le porte ad un governo “di scopo” con Enrico Giovannini (Istat), votato da misterB per terminare il lavoro dei Facilitatori. Un governo per salvare l’economia reale: sia chiaro, evitare l’aumento dell’Iva, recuperare 30 miliardi (secondo Giovannini è possibile) per sostenere la ripresa nel 2014, e salvare i cassa integrati, sono tutte buone intenzioni, ma – sotto sotto – si pensa che le Berlusconarie abbiano voluto individuare un salvacondotto per qualcuno che ne avrebbe urgentemente bisogno.

Ma di Sabino Cassese, non si parla: chi entra Papa in Conclave, esce Cardinale.

Update: il Piano B sarebbe il nome di Livia Pomodoro, ma vabbè.

martedì 16 aprile 2013

Gabanelli o Rodotà, il PD non cerchi larghe intese maldestre

"Interessante è che dovendo indicare ben 10 nomi, un movimento qualificato di fascista, o demagogico, o populista, non sia stato in grado di trovarne neppure uno sfacciatamente demenziale o di estrema destra" osserva Barbara Spinelli, che conclude: "Resta che l'Italia ha bisogno di sperimentatori, non di minimalisti. Che solo i primi sono in grado di guardare in faccia la crisi, e di mutare anche l'Europa". Il PD rifletta sui suoi terrificanti errori.


Milena Gabanelli? Donna, anti Poteri Morti. Bellissimo nome

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lunedì 15 aprile 2013

Serve competenza per superare il Cultural Divide

Capisco le "buone intenzioni" per superare il divario culturale e la diffidenza verso l'IT. Ma attenti a non deludere i nèo-entusiasti della Rete, allargando il Cultural Divide, invece di azzerarlo. Sarebbe davvero un peccato far disamorare gli italiani dalla tecnologia, perché gli italiani sono già rimasti delusi dal "baco del millennio", dalla finta PEC, dai servizi PA scarsamente accessibili, inusabili e poco funzionali... Servono invece professionalità e competenza, per far capire che l'IT genera risparmi e produce efficienza

La democrazia diretta, il voto digitale, la partecipazione telematica diventeranno mainstream nel mondo nel giro di qualche anno. Ma se l'Italia non investe seriamente in IT, resterà ancora indietro, in maniera drammatica. E non perché non abbia avuto le idee, ma perché le ha subappaltate a chi non ha saputo metterle in pratica in modo serio, professionale e competente! Questo crea un ritardo e genera il Cultural Divide. Quando gli altri Paesi ci supereranno nel voto elettronico, ci morderemo le mani. Il divario culturale va invece colmato, mostrando agli italiani che l'IT funziona. Davvero. E non teme nessuno, tanto meno gli hacker, che sono sempre utili a scoprire i bug.


Elio e le Storie Tese contro i cliché del Primo Maggio

La geniale scorrettezza di Elio mi fa simpatia, perché è ciò che anche "Mela Marcia" ha sempre voluto portare avanti: coltivare il dubbio, combattere lo sterile politically correct, ridicolizzare le omologazioni, i cliché. Se l'Italia uscisse con una Risata da questo ventennio imbolsito, che ha paralizzato troppe giovani menti, si scuoterebbe finalmente dal torpore che la sta attanagliando nella crisi e nel declinismo infausto. Aria fresca, menti libere, sex appeal! Sarebbe già un passo avanti per evitare finire imbalsamati nell'Austerity della Superirità Morale della Sinistra de Noantri. E on sarebbe poco! Già ringraziamo Beppe Grillo per qualche risata, contro la tristezza stile Cgil.

venerdì 12 aprile 2013

I costi della campagna elettorale: low-cost per il M5S

"Il MoVimento 5 Stelle ha finanziato la sua campagna elettorale con le micro donazioni volontarie di 27.943 cittadini. Grazie a loro il M5S ha raccolto 774.208,05 euro, ne sono stati spesi 348.506,49. La differenza sarà devoluta ai terremotati dell'Emilia Romagna."

Questa è una delle più grandi lezioni di civilità del M5S. Il resto sono chiacchiere!

giovedì 11 aprile 2013

La Rete impedisce il cono d'ombra

Da quando c'è Internet non è affatto aumentata la pedofilia. Ma è emersa. Venuta alla luce. Così il razzismo e la xenofobia. Il classismo. E tanti altri temi su cui prima si poteva tacere, dicendo: "Sono mele marce", "sono casi isolati", "non fanno statistica". La Rete e i social network di-svelano. Tolgono il velo, il vestito ideologico, e mostrano che.... il Re è nudo.

"Nel nuovo mondo, il cono d'ombra è impossibile" con o senza streaming (afferma Uriel). Basta qualche Tweet ad aprire porte e finestre anche nelle monadi e nei conclavi più sbarrati. Questa è la potenza della Rete: impedire il "cono d'ombra". E ciò avrà sempre un impatto crescente sulla qualità delle democrazie. Dunque, Repubblic-l'Espresso se ne facciano una ragione: tutto sarà online nell'era dei Big Data e degli Open Data.


mercoledì 10 aprile 2013

Ma chi è immorale e chi moralista fanatico?

"La sinistra italiana ha sempre avuto voti altissimi nella sublime arte di far passare i propri avversari dalla parte della ragione, e devo dire che anche questa volta con l' M5S stanno riuscendoci benissimo" denuncia Uriel. E anche questa volta il PD ci è riuscito benissimo. Napolitano intanto lancia il suo ultimo anatema: "Troppi moralisti fanatici" perché Parlamentari leggono la Costituzione alla Camera, invocando le Commissioni. Ma il PD, ignaro di cosa sia la "separazione dei Poteri", è riuscito a fare il capolavoro. Ovviamente, il M5S ha saputo cogliere la palla al balzo: "Il M5S vuole infatti moralizzare la vita pubblica senza cedere a compromessi" chiosa Beppe Grillo. No, non ci deluderà il M5S. Il PD, che farà l'ennesimo inciucio con il PDL "per salvare l'Italia", francamente, è una vita che ci delude.

martedì 9 aprile 2013

Le priorità italiane viste dalla Germania

Primo. Superare il gap fra Nord e Sud, per far crescere il PIL risollevando il Meridione.
Secondo. Migliorare la competitività.
Terzo. Scommettere sull'R&D, e indurre le aziende a depositare più brevetti.
Quarto. Risolvere i guai della Riforma Fornero (esodati): il sistema pensionistico italiano èancora insostenibile perché gli italiani fanno troppo pochi figli. Quindi, va di nuovo alzata l'età pensionistica, risolvendo ila macelleria sociale degli esodsati.

Le priorità italiane viste dalla Germania mostrano che l'Italia ha ancora molto da fare.

Dunque far lavorare lke commissioni parlamentari, sarebbe utile per tutti, per rinettere le priorità al posto giusto, e salvare il salvabile.

lunedì 8 aprile 2013

Un milione di posti di lavoro bruciati

Il governo Monti ha salvato il salvabile (il rapporto Debito/PIL è migliorato), e lo dimostra lo Spread. Ma un milione di posti di lavoro bruciati, mille imprese chiuse ogni giorno da inizio dell'anno (dati Unionecamere) e i tre suicidi in una famiglia (di settimana scorsa) dimostrano che servono ancora riforme, per l'inversione a U, dalla recessione infelice a un miraggio di crescita.

E allora? Il M5S è il più responsabile: la richiesta di far lavorare le commissioni, è importante. Intanto il "pilota automatico" (copyright Draghi) mantiene la barra dritta contro chi vorrebbe sperperare denaro pubblico in faraoniche cattedrali nel deserto, mentre le PMI faticano a raccogliere credito. I keynesiani coi soldi degli altri, insomma, possono scornarsi fra loro, mentre il governo Monti inietta - di nascostyo - 40 miliardi di euro nelle banche, attraverso il decreto (travestito) "sblocca debiti". L'iron lady Maggie Thatcher, morta oggi a 87 anni, potrebbe trovare ironico tutto ciò: tagliare la spesa pubblica, abolire le province e ridurre gli stipendi d'oro sarebbe stato più sensato o no?

venerdì 5 aprile 2013

L'Italia è seduta su una polveriera? Ma che interviste rilascia Ghizzoni, eh?

"Dico che dovreste stare attenti: invece qui avete della gente che rilascia interviste cosi' : http://www.zerohedge.com/news/2013-04-04/ceo-italys-largest-bank-says-haircuts-uninsured-depositors-acceptable-should-become- . Che diavolo vi aspettate? E se per contorno viene servito  un atto di ordinaria amministrazione su debiti gia' contabilizzati PRIMA del fiscal compact richiede un provvedimento straordinario, e anche se la ragione fosse sensata significherebe che le banche italiane hanno una linea di credito sofferente PER 40 MILIARDI con lo stato, che diavolo di reazione vi aspettate?

Il resto leggetelo su KEIN PFUSCH: Il salvataggio delle banche italiane: via dai conti , SUBITO, II

Gucci vuole acquisire Richard Ginori

Finalmente una buona notizia per le famiglie di Sezsto Fioreentino (FI). Gucci vuole acquisire Richard Ginori. Un'iniezione di fiducia nella Toscana scossa dalla crisi. Ma ammettiamolo: un altro pezzo di Made in Italy emigra in Francia? Mais oui.

giovedì 4 aprile 2013

Italia avvelenata

In Italia l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) afferma che "ogni anno muoiono, a causa delle sostanze tossiche che respiriamo e mangiamo, circa 35mila persone e altre 500mila si ammalano. Sommate tutte insieme, le aree inquinate in Italia superano oggi i 6mila chilometri quadrati, un territorio esteso come la Liguria o la Corsica, e tutti gli italiani che vivono in zone considerate 'a rischio sanitario' sono circa 15 milioni". Ma chi li difende?

Emma Bonino sarebbe un Presidente della Repubblica ideale

Nel frattempo, chiudono mille imprese al giorno, cresce la disoccupazione giovanile, e nessuno risolve l'inghippo dei 40 miliardi di debiti della PA da sbloccare alle imprese (perché altrimenti falliscono, e si crea nuova ondata di senza lavoro...). Una decrescita, infelice, pare. Tanto per non dimenticarsi che, fuori dal microcosmo PD e dalle beghe anti Renzi, c'è una Globalizzazione che incalza e un mondo da cui non si può scendere come alla fermata di un autobus. La macroeconomia, insomma, è lo zoccolo duro della Realtà: forse gli anti-Renziani dovrebbero ricordarselo.

In questo caos, Emma Bonino sarebbe un Presidente della Repubblica ideale. Competente in economia e liberale nei diritti civili, sarebbe perfetta. Troppo per il PD Bersaniano?

mercoledì 3 aprile 2013

Se il M5S si alleasse coi Partiti, tradirebbe la sua vocazione

Tutti quelli che conosco che hanno votato M5S, vogliono la Disruption. Mica alleanze coi partiti, anche animati dalle migliori intenzioni (di cui sono lastricate le strade del paradiso, per altro). Se il M5S si alleasse coi Partiti, tradirebbe la sua vocazione!

La società di oggi - in crisi - era scientificamente la società che sindacati, confindustria e chiesa cattolica desideravano

"Non ci vuole molto a capire che con gli anni 90 sarebbero partite delle iniziative volte a:
  1. Distruggere il lavoro pubblico. Privatizzazioni e blocco delle assunzioni colpirono principalmente statali, ovvero principalmente il sogno paritario femminile.
  2. Distruggere gli istituti tecnici, che formavano persone troppo autonome in una eta' considerata ancora troppo "attiva".
  3. Distruggere le PMI, che non assumevano chi volevano i partiti e non lasciavano entrare la "meritocrazia del sindacato".
  4. Annientare la componente teorica della scuola, in modo da trasformare i licei da istituti che formano pensiero libero ad istituti che formano pensiero banale."

Essere lumache in un mondo di Ferrari

Il mondo ci chiede di correre, ma l'Italia va a passo di lumaca, impantanato in una "guerra dei nervi" fra un obsoleto PD, che propone ricette che sembravano antiquate già all'SPD degli anni '70 del secolo scorso, e un Pdl, in pieno conflitto d'interessi. Il M5S sembra l'unico al passo coi tempi, ma non ha i voti per far nulla. L'altro contendente che avrebbe i numeri è un certo Matteo Renzi, ma a mettergli i bastoni fra le ruote è il PD. A questo punto, spero che sia nominato Presidente della Repubblica Enrico Giovannini (Istat), uno dei dieci Facilitatori, un nome autorevolissimo a livello internazionale, con un CV di quelli che pesano, e niente affatto disarmato di fronte alla Globalizzazione. Un esperto di mercati e di statistiche. Se non vogliamo che l'Italia perda anche questo treno...