venerdì 29 luglio 2011

Un'estate di Otium e buone letture

Visto come ballano i mercati e come sale lo spread dei titoli di Stato, sarà un'estate di Austerity. Ma l'Austerity può essere ironica, scanzonata e piacevole, mica mortificante e tetra! Come per i bambini è festa se si esce la sera a mangiare una pizza, prendere un gelato o leccarsi baffi con le more con la panna, per noi le vacanze... possono essere ristoratrici come l'Otium degli antichi romani. Che era il dolce far niente, il contrario del Negotium. Meglio un'estate di buone letture sdraiate sul bagnasciuga o al fresco nei boschi di montagna, piuttosto che sbracarsi in costosissime e noiose vacanze stile fratelli Vanzina dei Milanese-Papa-e-P4. Buone vacanze a tod@s :)

Grazie a Pisapia che ha azzeraro i vertici ATM: la lotta agli sprechi e privilegi deve iniziare!

giovedì 28 luglio 2011

Italiani. Gay. Oggi sposi a N.Y.!

Riporta Gay.it: "I bolognesi Matteo Cavalieri 26 anni, e Matteo Giorgi, 36, insieme da 6, sono tra i primi italiani ad essersi sposati a New York. Il matrimonio è avvenuto sulla spiaggia di Long Island"

La Legge contro l'omofobia serve: non è un optional

Marco Esposito su l'Espresso scrive: "Dopo il voto sui gay, la sinistra del partito mette le mani avanti: «Mai più inseguire l'alleanza con l'Udc. Su alcuni principi non si scende a compromessi». In testa alla rivolta Marino, Scalfarotto, Civati e Gozi". Sui diritti non si tratta: basta, abbiamo già dato all'epoca dei Pcas/Dico/DoReMi...

I voti favorevoli alle pregiudiziali e gli astenuti: l'elenco della vergogna
■ Il criceto deputato (da unita.it)
■ Pd, mai più con Casini (da Espresso.it)
■ Chi sta con gli omofobi? (da ilfattoquotidiano.it)
Foto: Le lacrime dell'on.Paola Concia
Video: La lettera di Giorgio Napolitano contro l'omofobia

mercoledì 27 luglio 2011

Il decalogo antistupro del Comune di Roma? SlutWalk!

Evitare le zone buie. Non indossare abiti appariscenti (un burka sarebbe perfetto). Tenere il cellulare a portata di mano per poter chiamare il 112 o il 113 subito dopo essere state stuprate. Prima sarebbe l'ideale, ma forse lo stupratore è rapido più dello smartphone.

Altre idee?

Capisco che in Italia la SlutWalk forse farebbe piacere al Premier, magari vestite da infermierine. Ma urge un rimedio contro il perbenismo retrogrado! Ma chi dice al Sindaco Alemanno che non vogliamo tornare agli anni '50?????????

La SlutWalk forse serve. Marciare contro i pregiudizi perbenisti è utile (purché poi non si usi il corpo per fare carriera in Parlamento o in Ufficio...)

A cena fuori ci si veste come ci pare, ognuna a seconda della sua personalità (vedi la dolce e ruvida Amy Winehouse). Al lavoro però la meritocrazia è un valore, e non vogliamo essere poromosse per la scollatura, no grazie! Amy Winehouse vendeva dischi poerché bravissima a cantare, e non per i vestiti succinti ;)

W

La chiamano Double Dip. Si tratta di una curva che, invece di risalire a V dopo una crisi, ripiomba giù nella crisi economica. I licenziamenti di Cisco e Rim Blackberry (in realtà, dovuti a ristrutturazioni a causa di miopia e sbagliate scelte strategiche) non lasciano scampo: la Corporate America licenzia. La W è lo spettro che si aggira per le Borse. Altro che Marx.

Per carità: nel '29-32, la prima depressione, seguita da una seconda '37-'38 (da cui il nome crisi a W o double dip), portò la disoccupazione al 20%. Il doppio di oggi, negli Usa è al 10%.

Ma Obama deve stare attento: da un lato c'è lo spettro del Debito. Dall'altro, la Doppia curva che Wall Street teme. E nessun Presidente Usa è stato mai rieletto con una disoccupazione a due cifre. Barack è il funambolo che cammina sulla fune evitando di cadere di qua o di là...
Le prossime saranno le elezioni USA più dure, e quindi senza esclusione di colpi, di sempre. Wall Street non perdona chi fa errori, anche se l'errore principale (la madre di tutte le sventure) è da imputare a George W. Bush e Mister Greenspan. Se fossi in Barack, farei un consulto con Roubini ma anche i guru neo Kennesiani per chiedere il classico: Che fare? A George Soros, che va in pensione (ma a modo suo), chiederei di approntare un progetto Big Society per rispondere ai bisogni delle persone che perdono lavoro. Anche a Bill Gates chiederei qualche consiglio in fatto di Education e Health.

martedì 26 luglio 2011

Nasce SHE, il progetto anti-Hiv della UE

"She" è il programma educativo europeo per aiutare le donne affette dal virus dell'HIV.

Dalla parte delle bambine/ La vie en rose della matematica

Il Fattore D inizia in famiglia, e poi si sviluppa a scuola. L'Università di Bologna ha scoperto che le alunne delle scuole elementari italiane sono meno brave in matematica rispetto ai colleghi maschi, ma solo per colpa dei pregiudizi delle mamme. Se la mamma pensa che i maschietti abbiano più dimestichezza con i numeri, la figlia otterrà punteggi inferiori anche del 15% rispetto alle coetanee le cui madri rifiutano lo stereotipo.

Bimbe ribellatevi! Mamme abbandonate i pregiudizi: la matematica è poesia! Insegnatelo alle vostre figlie. Senza matematica non esisterebbero la musica, le terzine dantesche, l'arte di Piero della Francesca e... tutto ciò che ci circonda. Neanche il vostro videogame preferito. Convincetevi che potete essere brave in matematica. Farà bene anche al vostro bilancio familiare ;)

Le mutande di Travaglio che fanno ridere un editore, lui sì rimasto in mutande

Chi scrive non è una fan di Travaglio, che rispetto e leggo solo talvolta, e di cui mi annoierei a leggere i libri (non me ne voglia: credo che faccia opera meritoria a scriverli, ma mi divertono di più i suoi interventi su l'Espresso). Chi scrive però trova disgustoso che i giornali del Cav. aprano con le immagini di un direttore di un'altra testata, Il Fatto Quotidiano, rimasto in mutande durante il terremoto di Torino. Sembra che Sallusti & Co., dal "Metodo Boffo", siano passati alle "mutande di Travaglio". Immaginiamo che avrebbero preferito ben altro scoop: scoprire una stagista sotto la scrivania dell'acerrimo nemico del loro editore, ma così non è. L'unico "rimasto in mutande" è per l'appunto il Cav., che ha dovuto restituire i 500 e passa milioni a Carlo De Benedetti. E giustizia è fatta.

Oggi invece ho trovatointeressante l'editoriale di Ostellino sul Corriere della Sera. Se il centro-destra ripartisse da quell'articolo, senza mettere "in mutande" i suoi nemici, avrebbe di che guadagnarci. In serietà. E in pensiero liberale. La stampa libera, Mister Sallusti, non è il "Metodo Boffo" o l'Hacking Journalism dello Squalo. La libera Stampa è quella di scuola anglosassone, Watch dog. E se un giornalista scrive con i boxer o in pigiama... a noi interessa ciò che scrive, non cosa indossa mentre scrive!

lunedì 25 luglio 2011

Milano non sarà la Capitale del Mobile (si pronuncia: Mobaail)

Milano ha perso un evento con un impatto economico da 3,5 miliardi di euro.
Milano non si è accorta che il mercato Mobile varrà un trilione di dollari entro un triennio.
Che il mercato Mobile supererà il mercato Pc entro il 2012.
Che in Italia ci sono già 20 milioni di smartphone.

Milano può permettersi di essere ancora a lungo così provinciale? Nessun media, nessun istituto, nessun gestore, nessun ente ha sposato la candidatura milanese. Invece per una sfilata, per la Tav, avremmo letto decine di articoli. Il Mobile World Congress resterà a Barcellona. Bye-bye Milan.

Un paese che pensa alla Tav, a cose utilissime: ma nel XIX secolo. Il fatto che siamo entrati, e non da ora, nel XXI secolo, è noto ai patinati giornalisti milanesi tutti a spasso con iPhone e iPad all'ora dell'Happy hour?

L'era Mobile è alle porte, ma a raccoglierne i frutti non sarà Milano. Peccato. Dopo il mezzo-flop Expo 2015, un'altra occasione persa.

domenica 24 luglio 2011

Il vero problema dell'Europa non è l'Anarchia, ma la Nazi-xenofobia

Nell'ultimo decennio le Forze dell'Ordine in Europa sono state sempre all'erta quando c'erano da stroncare "rivolte anarchiche" legate ai movimenti No Global. La paura del "caos argentino", post default, aveva contagiato l'Europa. Ma, anche se piccole frange insurrezionaliste resistono (soprattutto legate alla figura carismatica del luddista ed ecologista radicale svizzero Marco Camenisch), l'Europa deve guardarsi da un altro pericolo: la Nazi-xenofobia, che porta ad episodi di follia individuale (ma legati ad una trama collettiva di gruppuscoli in Rete). Il 32enne norvegese ha agito da solo, ma nel quadro di complicità ideologiche con gruppi pan-occidentali.

Definirli Nazisti non è esatto. Il Nazismo era legato alla Grande Industria: il nazismo era corporativo. Questi nuovi gruppuscoli del White Power sono spesso "anti mercatisti", e a modo loro "anti capitalisti", anzi accusano il Capitalismo di aver snaturato la Vecchia Europa localista, cristiana e naturalista. Accusano il grande capitale di aver violentato le piccole comunità locali europee, aprendole ad una globalizzazione e competizione selvaggia, e soprattutto a forsennati flussi migratori. Sono queste le principali accuse del White Power, ma anche di certi gruppi americani di estrema destra, alcuni confluiti anche nei Tea Party.

Dunque sono "nazisti" come look e come letture storiche, ma - a differenza del Nazismo hitleriano - sono anti capitalisti, o megli anti neo-liberisti. Come il nazismo, però, sono protezionisti. Alla globalizzazione preferirebbero l'Autarchia del fascismo italiano. Un'Europa delle nazioni che fa da sé, senza comprare dalla Cina e senza dover importare manodopera da altri paesi.

Un po' massoni e un po' vetero-cristiani, accomunati in un calderone post-ideologico (da "super market" delle ideologie, dove tutto convive con tutto in un Super-blob), tutti accusano le "sinistre europee" di aver spalancato le porte dell'Europa all'immigrazione. In America sono quelli che vorrebbero chiudere le frontiere con il Messico.

La soluzione? Sicuramente monitorare il fenomeno con maggiore attenzione, soprattutto online, dove questi gruppi nascono e si alimentano di una loro mitologia. Cercare di captare i segnali di disagio che provengono dalle comunità, soprattutto dove l'immigrazione è più sostenuta: Prato è un esempio (mai viste tante magliette e tatuaggi White Power in una città toscana).

La scuola deve tenere gli occhi aperti: sono i figli dei disoccupati i primi ragazzi "a rischio", che possono subire il fascino della Nazi-xenofobia.

Ma soprattutto la società europea deve ripensare il Welfare, il "melting pot", il multiculturalismo e le opportunità delle Big Society. Qualcosa si sta inceppando nelle società europee, decimate da una disoccupoazione giovanile, che soffoca i talenti, e da un divario ricchi-poveri che ci riporta agli anni '30, culla dei fascismi.

Se la ex classe media viene spinta con violenza nella fascia della povertà, la radicalizzazione è in agguato. Se la ex classe media si trova a convivere con un'immigrazione non ancora integrata, c'è il serio rischio che si inneschino derive incendiarie: con escalation di incomprensioni e violenze. Dal populismo xenofobo fino ai gesti di follia. Gesti che però non sono di "follia individuale", bensì legati fra loro dal filo-nero del ritorno a una presunta (ed anacronistica) "età aurea delle Tradizioni e della Vecchia Europa dei mille campanili". Il medioevo europeo visto come baluardo alle orde barbariche. Un'Europa, che per motivi anagrafici, non esiste più: troppo vecchia ed indebitata. Ma a questi giovani, qualcuno dovrà spiegare che l'immigrazione è un'opportunità e non uno spauracchio. Che un'Europa senza bambini, invecchia e muore. E diventa povera. La globalizzazione va governata, e non lasciata in balia del caso e degli agit-prop o dei populisti xenofobi.

La ricchissima Norvegia deve ripartire dalle scuole e da un forte impegno sul Welfare e sulla Big Society, per offrire a chi perde lavoro una rete sociale di aiuti e corsi formativi non assistenzalisti, prima che il contagio della rete xenofoba invada il resto d'Europa, cullando i "cuori di tenebra", solitari e solipstistici, in un delirio dei Nibelunghi. Stieg Larsson ci aveva avvertiti, ma tutti erano troppo impegnati a combattere il fantasma marxista, morto già a fine anni '70, e presunti anarco-insurrezionalisti. Invece l'Europa rischia una sterzata a destra, nel nome di un'Arcadia immaginaria... Se ascoltando Wagner a Woody Allen veniva voglia d'invadere la Polonia, ascoltando la musica dei White Power vengono - ahimè- in mente tentazioni stragiste che l'Italia anni '70 ha già conosciuto o gli incubi di Oklahoma City e di Oslo degli Unabomber nazi-fascisti.

  • Repubblica.it: Italia senza immigrati? Così Abatantuono ironizza sul razzismo

Rehab? Amy Winehouse e l'importanza del setting

Non esiste il "club del 27". Non esiste alcuna nefasta maledizione rock. Esiste solo uno star-system che mette nel tritracarne, e li spreme come limoni, i suoi migliori, più fulgidi talenti. Li vizia, lasciandoli in balia del falso culto dell'immortalità. Li fa credere dei Mimnermo che odiano invecchiare. Fingendo che i principi psicoattivi siano fonte di svago e creatività, e non cocktail psicotropi che minano il fisico, la mente, deprimendo il sistema nervoso... Fino al collasso finale. In questo la talentuosa e fragile Amy Winehouse è più di un simbolo dell'ultimo decennio. I 27 anni sono solo le Colonne d'Ercole dell'home sapiens sapiens sottoposto a migliaia di stress psico-fisici, accompagnati da un uso criminogeno delle sostanze (alcol in primis), e poi abbandonato in una solitudine dorata. Mentre le Major si fanno d'oro. Il setting, Amy, era ben più importante del Rehab. Ma con la chimica non si scherza... Il Premio Nobel per la Chimica Kery Mullis, che adopera l'Lsd abitualmente, ti avrebbe insegnato a esplorare le porte della percezione, meglio dei fantasmi di Janis Joplin, Jim Morrison e tutto il resto del club dei 27. Un club che non esiste, ma fa vendere troppi Album.

Alle future sinuose Amy Winehouse e Janis Joplin, raccomando solo tre libri: "Ballando nudi nel campo della mente. Le idee (e le avventure) del più eccentrico tra gli scienziati moderni" di Kery Mullis; e "La scopa del Sistema" di David Faster Wallace; Libertà di Jonathan Franzen. Poi, a ciascuno, la sua libertà ;)

giovedì 21 luglio 2011

Il mercato underground dei video .xxx a scuola

La videocracy impazza nelle scuole italiane. Francesco Pizzetti, garante della Privacy: «Non si rendono conto dei gravi rischi». Ma vendere sesso in cambio di denaro, ormai non è più tabù. Succede fra i giovanissimi e fra i banchi di scuola. "Il fenomeno dei ragazzini che si scambiano i video e li vendono in rete". Il problema non è Berlusconi in sé, ma il Berlusconi in me... Vent'anni di videocracy hanno corroso gli italiani? Quali danni in una generazione che ha vissuto solo il Berlusconismo?

mercoledì 20 luglio 2011

SpiderTruman e l'intelligenza connettiva (a dieci anni dal G8/Genova)

Dieci anni fa moriva tragicamente Carlo Giuliani, ucciso con un colpo di pistola, uno dei protagonisti delle tre giornate del G8/Genova dova la Rete (Ecn.org, Indymedia, Inventati/Autistici.org e tutti i siti internazionali) ebbe ruolo da protagonista. La Rete proponeva la Tobin Tax, la fine della finanza creativa, lo stop alla rincoresa dei profitti ad-ogni-costo, il suicidio dei derivati, la richiesta di un mondo a crescita eco-sostenibile ed eco-compatibile... Insomma, un altro mondo è possibile. La Storia, dopo dieci anni, ci ha dato ragione: i Signori del G8 di allora si comportavano come i ricchi irresponsabili e incoscienti del Salone da ballo del Titanic che danzavano mentre la nave affondava, invece di preparare le scialuppe di salvataggio e mettersi al riparo dallo Tsunami finanziario in arrivo. Ma, allora, la stampa mainstream preferiva dare la caccia ai black blocs invece che ai Madoff e a indagare sui futuri crac di Borsa.

Ogg, dieci anni dopo, la Rete torna alla ribalta: senza violenza, ma con ironia e tante verità da svelare. Oggi il protagonista si chiama SuperTruman. "La forza del web risiede in tale tendenza di trasparenza, nella libertà che la caratterizza, nella possibilità che essa offre di dare voce alla massa, di rappresentare il pluralismo delle idee e, soprattutto, di mettere insieme e di connettere quelle voci, quelle idee, e quindi le persone al di là degli schermi" scrive Derrick de Kerckhove per l'Espresso. "L'inconscio connettivo della rete genera i suoi effetti sociali, sempre più pertinenti e adeguati ai contesti e alla domanda sociale".

Può darsi che Julian Assange sia una spia e non un hacker (come insinua Carlo Formenti in "Felici e Sfruttati"), ma SpiderTruman - l'Assange de 'noantri - è un "inflelice sfruttato" e usa la Rete nella sua migliore declinazione: l'Open Web esige la trasparenza, la libertà d'espressione e l'orizzontalità. Vai SuperTruman!

Insomma, verrebbe quasi da dire: Un fantasma si aggira per il mondo globalizzato, ma anche su Facebook, blog e Twitter. Precari di tutto il mondo, unitevi!
Un altro mondo è possibile ;)


lunedì 18 luglio 2011

Waiting for Godot

In poche settimane, sembra di essere precipitati in un vero Déjà-vu. "Un parlamento di inquisiti preoccupati più della loro difesa che della situazione del Paese, una tempesta economica profonda che nel settembre 1992 aveva incenerito il valore della lira, il peso del debito pubblico che schiacciava le casse dello Stato, la disoccupazione e l'impoverimento generalizzato, le stragi di mafia con misteriose complicità che avevano persino spento i telefoni di Palazzo Chigi nella notte del triplice attentato e i suicidi eccellenti di personaggi come Raul Gardini" scrive l'Espresso con un certo inquieto Amarcord.

Tolte le orrende stragi mafiose, c'è una certa rassomiglianza fra il '92 e l'estate 2011. Pure i protagonisti delle vicende, tolti di scena i suicidi, sono sempre un po' gli stessi, incanutiti o (quelli tinti) imbolsiti. L'Italia è da 17 anni che aspetta Godot. Ancora non ha capito che il "salvatore della Patria non c'è", se mai rimane "la povera patria" (Copyright Battiato) e i debiti, aumentati. Anche nel campo degli inquisiti, forse ha ragione Di Pietro, questa volta è anche peggio: s'attaccano alle poltrone con il Vinavil.

E allora, non ci resta che sperare in fantomatiche "rivolte degli Indignados", fomentate dai Tweet di SpiderTruman che svela i Segreti della Casta. Chissà che SpiderTruman non sia il Godot de 'noantri.

Più che Waiting for Godot, andrei a rileggermi La Tempesta di Shakespeare, un dramma sull'intemperanza, sull'usurpazione del trono, sulla magia... Molto attuale, temo. Se nel Duca di Milano riconoscete qualcuno, it's just folk, isn't it?

domenica 17 luglio 2011

Lo sapevate che i gestori di telefonia fanno lo sconto ai parlamentari?

I segreti della Casta stanno diventando "segreti di Pulcinella". Grazie a SpiderTruman, benemerito SpiderMan dell'Open Government: su Facebook, blog e Twitter. Se la Casta vota una Finanziaria da "lacrime e sangue", la lotta agli sprechi deve colpire anche Montecitorio, dove i Parlamentari, oltre al barbiere scontato, possono contare su sconti da parte dei gestori di telefonia mobile e di note marche di automobili. Oltre ai benefit, ricorrereebbero a furbizie (come finti furti) per avere ulteriori rimborsi, scorte ed autoblu. La Politica Spa ha un milione di dipendenti? Sfoltire è il minimo. Come si ristrutturano le aziende quando sono prossime al Deafault.

sabato 16 luglio 2011

La mercificazione in vetrina

La Coin mette in vetrina modelli in carne ed ossa al posto dei manichini. Sembra una trovata di un libro di un Pennac contro consumismo e mercificazione dei corpi, e invece succede a Milano, come in altre parti del mondo. Ai modelli sembra un lavoro come altri. A noi sembra che la frontiera del reality stia invadendo sempre più spazi, all'insegna del TrumanShow.

giovedì 14 luglio 2011

Al limite

L'Italia sull'orlo del precipizio? Per l'Economist, sì. Mister Crack, titola l'Espresso: lo spacciatore di sogni, aggiungerei io. Siamo al limite? Close to the edge (Yes).

Contro lo scippo

Pari o Dispare torna alla carica contro quello che chiamano "Lo scippo", e cioé «la mancata trasformazioni in fondi per il welfare e l'assistenza dei 4 miliardi risparmiati con l'equiparazione dell'età pensionabile e contro il quale andremo avanti a protestare, come abbiamo fatto lo scorso 6 luglio, quando abbiamo organizzato un flash mob davanti a palazzo Madama». Se il Fattore D, come il Fattore Internet, fa economia, i fondi per welfare e assistenza potrebbero essere la leva per (ri)portare le donne nel mondo del lavoro, e generare crescita. Fra l'altro c'è un fil rouge che lega Fattore D e Internet, sempre più evidente...

mercoledì 13 luglio 2011

Cercate un ente inutile da tagliare? La Siae

Sicuramete gli autori della Casta saranno più ferrati di noi sull'argomento, ma se cercate un ente inutile da tagliare, questo è la Siae. Ieri è riuscita a elogiare la Delibera AgCom, sbeffeggiando chi dissente. Ma il problema non è (solo) la Delibera AgCom. Il problema è l'esistenza della SIAE.

La Società Italiana degli Autori e degli Editori (SIAE) rischiava il commissariamento, ma resta sempre a galla. La Siae è contestata a causa del Decreto Bondi che ha ampliato il raggio d’azione dell’Equo compenso (definito l’ultimo balzello italiano), facendo lievitare i costi di lettori Mp3 e hi-tech. Il Decreto Bondi è stato "messo in mora" anche da un semaforo rosso della UE.

In 23 su 27 paesi UE non esiste nulla di simile all’Equo compenso e i colossi hi-tech, da Nokia a Samsung, da Sony Ericsson a Telecom, ne hanno chiesto l’annullamento.

Ma in guai della Siae non finiscono qui. La SIAE “costa agli autori, ai discografici e ai fruitori di opere musicali protette (quindi ai consumatori) 13,5 milioni di euro all’anno“. Lo rivela uno studio dell’Istituto Bruno Leoni che fa i conti in tasca a Siae e a tutte le sue inefficienze.

Secondo una precedente inchiesta di Altroconsumo, il personale Siae è costosissimo, pesa per il 76% sui cont i della società autori ed editori, e i costi della macchina sono esagerati rispetto alla tutela del copyright in Usa e Uk. Infatti i paesi anglosassoni spendono il 17% in meno per il diritto d’autore, mentre la Siae costa 193 milioni di euro all’anno (e così si spiega perché non riesce a rinunciare al famigerato bollino Siae, bocciato dalla Cassazione e dalla Corte europea). Fino allo spettro del commissariamento.

Se volete sfoltire gli enti inutili, la Siae è in prima fila tra quelli da tagliare.

Se non ora quando? Un bilancio positivo

Voltare pagina si può. Il segnale che giunge da Siena è questo. Basta volerlo. Ecco una rassegna stampa su quanto è stato detto a Siena. Lavoro, maternità, precariato: i temi sono lì sul tavolo. Anche Maurizio Ferrera ha detto che il fattore D può aiutare l'Italia ad uscire dal guado.

martedì 12 luglio 2011

Tutti al capezzale del grande malato

Probabilmente è uno dei quadri più noti in medicina. L'opera di Rembrandt illustra il professor Nicolaes Tulp, titolare della cattedra di anatomia, mentre esegue la dissezione del corpo di un giustiziato (Adrian Adrianeszoon, un criminale impiccato ad Amsterdam nel 1632). Il quadro è sontuoso, esprime il ribrezzo, la curiosità, la magniloquenza, la tagliente freddezza, l'esegetico compiacimento del professore a "lezione di anatomia"... Ecco, ora immaginatevi i ministri dell'economia, il capo della Bce, le agenzie di rating e mezza UE, a consulto. Che discettano della sorte dell'Italia, dei Piigs... I grandi malati d'Europa. Forse allora potete farvi un'idea di che cosa rischia un paese quando s'avvicina al Default e sono tutti pronti a spolparlo, dissezionarlo, analizzarlo, farne uno spezzatino, anche solo per mostrare al mondo che cosa non funzionava in quelle macchine guaste. Un modo come un altro per festeggiare un centocinquantenario, forse penserà mister B. Poiché non amiamo il macabro, preferiremmo cambiare il timoniere ed evitare questa ingloriosa fine. Ce la risparmi: firmi la Manovra e si faccia da parte.
(M.C.)

Il Fattore D/ Il caso Rebekah Brooks (Il sonno della ragione genera mostri)

Non tutte le donne che fanno carriera, rompendo il soffitto di cristallo, possono diventare un modello. Rebekah Brooks, il cui giornalismo è in realtà puro sciacallaggio, e, che con la sua condotta cinica, carrierista e senza scrupoli, ha ucciso un tabloid con alle spalle oltre un secolo e mezzo di storia (cronache e gossip), è un cattivo esempio. Meritocrazia e Fattore D devono andare a braccetto, anche in un tabloid per la working class; replicare, in chiave femmininile, certi stereotipi maschili, non aiuterà le donne, anzi le renderà "streghe da mettere al rogo", capri espiatori perfetti. Il sonno della ragione genera mostri... Sulla moglie di Rupert Murdoch invece non mi esprimo, perché non ne so abbastanza, ma neanche lei è un mio modello. Solidarietà invece ai tantissimi dipendenti globali (innocenti) di News Corp. che stanno vivendo giornate di fuoco.
(M.C.)

lunedì 11 luglio 2011

La sindrome Luigi XV

Inutile girarci intorno. Non sarà mai uno statista. Potrebbe passare alla storia come quello che ha portato l'Italia più vicina sull'orlo del baratro (non il Default, ma con il differenziale con i titoli tedeschi "impazziti" sì). Lui, la sindrome di Luigi XV la vuole vivere all'ultimo respiro, dopo averci propinato le M.me Pompadour di quarta classe. Come Luigi XV voleva passare alla storia con l'appellativo di "Beneamato", invece lo ricorderemo come dopo-di-me-il-diluvio. Chi è? SI DIMETTA e lasci il posto a un governo tecnico, bipartisan. E il PD? Ma che abolisca le province! Se non vuol fare la fine del Titanic...
(M.C.)

giovedì 7 luglio 2011

La parità per le donne manager? Negli stipendi c'è, nella carriera no

Accidenti al soffitto di cristallo, più resistente e duro da scalfire del diamante. La parità per le donne manager c'è negli stipendi, ma non nella carriera. Lì il gender gap resiste eccome. Del resto se c'è chi si stupisce per una donna, brava, a capo del TG24 di Sky Italiana, beh... altro che maschilismo.

Se un ministro dà del cretino all'altro, a chi rimane il cerino in mano? Al popolo bue?

Ieri ho portato mio figlio a teatro a vedere "La Repubblica dei bambini", una semplice ma graziosa pièce, per spiegare ai piccoli cos'è la repubblica, la dittatura, la rivoluzione, cosa sono le regole, le elezioni... Ecco: leggendo il testo degli insulti di Tremonti a Brunetta, quest'ultimo che dice di aver rinunciato al Nobel per amministrare la povera Italietta... (?!?), vengono da fare due riflessioni: le regole, queste sconosciute; fra "ministro e ministro... non mettere il dito!" (Ovvero i danni del populismo berlusconiano: per farsi eleggere la presedentessa in pectore prometteva "playstation per tutti!"); e se siamo alla frutta degli insulti, ammettiamolo. Il governo è allo sbando.

Dobbiamo ancora aspettare a lungo per i titoli di coda?

martedì 5 luglio 2011

Mentre la Grecia rischia il Default, il Premier salva l'Italia? Macché la Fininvest

Capisco che staccare un assegno dai 450 ai 750 milioni di euro all'Ingegnere De Benedetti, sia indigeribile per il Premier. Ma le multe sono sanzioni per "comportamenti scorretti" e le ragioni sono dalla parte dell'Ingegnere (e da allora...). Le sentenze non si discutono. Quel che sarà, sarà. Accetti la sentenza, in arrivo a giorni. Oppure diventi un anarchico, contesti i poteri dello stato, si dia alla macchia fra i boschi di Venaus, ma non si stupisca se verrà braccato come nemico-pubblico-numero-uno... Così insegna la storia. Però, nel caso, si dimetta: gli anarchici non diventano Premier. MA non finga di salvare l'Italia dal suo Debito/Pil che irrita i mercati, salvando in realtà solo se stesso, inserendo la norma salva-Fininvest in mezzo a una manovra-monstre.

Chi difende la norma salva-Fininvest all'interno del governo, sembra fare il tifo per la speculazione contro l'Italia. Chi permette a un Premier di salvare se stesso mentre il paese affonda, è come il timoniere del Titanic che va, incosciente e serafico, contro l'ice-berg.

Ai posteri? Basta Premier oberati con Conflitti d'Interessi. Questo è il vero principio zero della democrazia: la Legge serve e chi non l'ha fatta in questi 17 anni, ci ha trascinato fin qui. Poi, serve una politica economica.