domenica 31 ottobre 2010

Se non ora, quando?

Mister Berlusconi proverà a rivincere le elezioni e ce le farà grazie al suo "potere autoassolutorio" sugli italiani che gli invidiano tutto, dalle donne alla smisurata ricchezza. Mister Berlusconi tenterà di andare alla Presidenza della Repubblica e magari trasformare il Quirinale nella succursale dell'Hollywood (a proposito avete fatto la guerra al Leonka o al Conchetta, per tollerare l'Hollywood per anni? Che serietà! Che coerenza!). Niente di che, sia chiaro: la oltre bimillenaria Roma caput mundi ne ha viste di peggio del bunga bunga, dal cavallo senatore di Caligola ai festini di fine impero fino ai (ne)fasti dei Borgia. Le RubyTuesday à la Lele Mora, al confronto, sono tristi borderline. La dark-lady Lucrezia Borgia era decisamente una spanna più su, insomma.

Ma, finita la ricreazione, proviamo a essere seri? L'Italia ha un debito degno di Halloween: siamo entrati in Europa con la metà del debito in lire e ora nel 2010 ne abbiamo praticamente il doppio in euro (e nel frattempo ci sono state le liberalizzazioni. Chiudiamo per un istante solo "un occhio" su Telecom, una liberalizzazione fallita da studiare nei manuali, anche solo per il Digital Divide che paralizza l'Italia: ed è un peccato perché Telecom è l'ultima grande impresa italiana che è ancora in grado di fare ricerca tecnologica... vedi "nuvola italiana", la risposta formato Pmi a Google). Ma dove ci siamo bevuti un debito così mostruoso in così pochi anni del quindicennio berlusconiano?

Mario Monti invita oggi il Presidente del Consiglio a chiudere con l'entertainment e ad usare i giorni (e pure le sue notti) a non perdere altro tempo. Bisogna mettere a punto un "Piano nazionale delle Riforme" in vista del 2020 (e dare un presidente alla Consob). Noi aggiungiamo anche in vista di Digital Agenda. Per un'Italia più innovativa, connessa e up-to-date su tutti i fronti (mercati liberalizzati, authority indipendeti, mercato digitale unico anche per l'e-commerce eccetera) che non si lasci sfuggire i suoi migliori talenti.

In Italia è l'ora di predisporre le condizioni ambientali, dalla formazione dei giovani (disoccupato uno su quattro) nelle università alla ricerca scientifica, perché questo diventi un paese dove è vantaggioso mantenere attività ad alto valore aggiunto, centri d'innovazione, ed evitare il "trionfo della restaurazione" o il capitalismo selvaggio dei "Baroni Ladri nell'America del primo Novecento". Gli Usa hanno imparato la lezione. L'Italia, che fa? Si limita a guardare, ipnotizzata, l'epifanico dito medio di Cattelan?

La riscossa può arrivare da Milano. Il dopo-Moratti è alle porte? Le primarie del Pd sono una chance. L'Expo di Shangai ha dimostrato che l'Italia ha i numeri per farcela (quando vuole: il Padiglione italiano è stato tra i più visitati in Cina). Insomma, se non ora (finita la ricreazione), quando?

M.C.

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