venerdì 27 novembre 2009

Stop alla Ru486: Scienza o Oscurantismo?

In Italia il corpo delle donne non appartiene a noi donne... ma a qualcun altro? E chi è questo "qualcun altro"? La domanda è lecita, a poche ore dal blocco alla pillola RU486 deciso, in modo irrituale e irriverente, dal Senato.

Scrive IlSole24Ore.com: "È proprio la delicatezza della materia a giustificare un intervento tanto irrituale con cui la maggioranza sottolinea l'attenzione politica alle questioni eticamente sensibili e manda forse un nuovo segnale di dialogo alla Santa Sede".

Aggiunge Della Vedova, parlamentare Pdl e "animatore" di Libertiamo.it: "All’interno del centro-destra alcuni parlamentari ritengono che il legislatore possa “correggere” le verità scientifiche".

E il corpo delle donne, martoriato dallo squadrismo estetico di questi decenni, e abusato in Tv e nella politica da anni, che ruolo gioco in questo nuovo braccio di ferro?

giovedì 26 novembre 2009

Patch Adams: Power to the Moms!

Le mamme al potere avrebbero una marcia in più. A dirlo è il medico Patch Adams. Le mamme insegnano a essere amorevoli, altruisti e generosi. E a credere in un mondo libero da violenze e ingiustizie, dove tutti gli uomini siano uguali.
Tutti i principali problemi sono causati dagli uomini, dai maschi? Perché 7mila anni fa l'uomo ha deciso di venerare soldi e potere. Le donne no, o almeno, non sempre.

Guarda su IlSole24Ore.com INTERVISTA VIDEO: Patch Adams: donne al potere per salvare il mondo

mercoledì 25 novembre 2009

Sono 140 milioni le donne vittime di violenze: in piazza sabato, per dire NO alla violenza sulle donne

"La Giornata internazionale contro la violenza alle donne deve rappresentare - sostiene il presidente Giorgio Napolitano - un'occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale".

Secondo i dati forniti dalla conferenza sul tema, svoltasi a Roma in occasione del G8, sono più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati, spose bambine, mutilazioni genitali, stupri di guerra: "Il dolore di quelle donne, di quelle bambine riguarda tutti noi, anche perché la barbarie della violenza contro le donne non è stata estirpata neppure nei paesi economicamente e culturalmente avanzati" conclude Napolitano.

In Italia, il caso dei fischi alla Nunziatella (contro le prime sette donne entrate nella scuola militare...), la dice lunga: il machismo è una metastasi che non risparmia neanche le alte sfere statali.

Se volete dire no alla deriva sessista, al patriarcato strisciante dell'intera società italiana, se volete dire basta contro la violenza maschile sulle donne, potete scendere in piazza a Roma sabato 28 novembre.

Sabato 28 novembre

Manifestazione nazionale a Roma

Quest'anno la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne sarà segnalata tra le altre iniziative anche da una manifestazione nazionale organizzata dalle donne e indipendente dai partiti che si terrà sabato 28 novembre a Roma.
Adesioni e motivazioni
sul sito torniamoinpiazza.it

martedì 24 novembre 2009

Fattore D/ Manager donne alla carica dei board

Ready For Board Women afferma che le magnifiche 70 sono pronte a entrare nei Cda. Niente più alibi: i nomi ci sono e sono nomi di tutto rispetto, candidabili a fare il loro ingresso nei Consigli di amministrazione delle aziende.

Ma non è una questione di "quote rosa", bensì di puro merito! Professional Women Association ha pescato le 70 manager per aumentare la presenza femminile nei board of directors. I nomi vanno da Anna Puccio, ex Ad di Sony Ericsson, a Maria Grazia Filippini di Sun Microsystems a Stefania Celsi di Accenture; da Laura Cioli di Sky Italia a Giovanna Dossena dell'Università di Bergamo, da Anna Gatti di Google/YouTube a Patrizia Grieco di Olivetti. Eccetera eccetera.

"Le donne rappresentano oltre il 50% dei laureati (laurea specialistica) in discipline economiche e oltre il 57% dei laureati in discipline giuridiche. Sono ben rappresentate negli Mba, luoghi primari per la formazione dei manager. Profili di spicco non mancano" (IlSole24Ore.com).

Le quote rosa hanno il retrogusto di "salvate i Panda in via di estinzione" e non ci piacciono granché: ma qui è una questione di merito. Serve solo un grimaldello per aprire una serratura arruginita in un paese che non sa guardare "l'orizzonte a testa alta"?

lunedì 23 novembre 2009

Mamme per scelta: ma il lavoro rispetta i tempi delle donne?

Con la maternità del ministro Maria Stella Gelmini, per tutte Mary Star (come dice Littizzetto, notando maliziosamente che son tutte cattoliche, poi tutte concepiscono figli fuori dal sacro vincolo...), si ritorna a parlare della gravidenza al lavoro.

Il 46% delle operaie smette di lavorare entro il quinto mese. Ma una su cinque non torna a lavorare quando diventa mamma: il 69% per scelta, ma il resto no. Al 23,9% non viene rinnovato il contratto dopo il parto. Il 6,9% viene licenziato.

La maternità libera è la vera liberazione delle donne, ma la legge sulla maternità (all'epoca all'avanguardia) avrebbe forse bisogno di un lifting, per essere più al passo con i bi/sogni delle donne. Soprattutto libere professioniste e precarie, oggi poco tutelate.

In Italia madri e padri, fino agli 8 anni del bimb*, possono prendere 10 mesi di congedo: meno dei 12 di Germania, Belgio e Svezia.

Molte donne poi vorrebbero tornare presto in ufficio e avere l'opzione di allungare il periodo part-time.

E poi annosi problemi, mai risolti, affliggono le donne: servono asili, assistenza, supporto. "Se tutte le donne potessero lavorare, il nostro Pil salirebbe di ben 17 punti" afferma Mara Carfagna al Corriere della Sera (13-11-2009). Maternità libera, senza dover aderire per forza a modelli maschili.

Allora, ministro, aiuti le donne ad avere maternità felici (ma soprattutto vissute, metabolizzate e centellinate con i propri tempi!), e forse farà bene anche al Pil italiano...

giovedì 19 novembre 2009

Francis Ford Coppola: Gli italiani ruberebbero la fidanzata al proprio figlio

Usa parole pesantissime Francis Ford Coppola, nel dipingere un'Italia gerontocratica, che regala le figlie al drago e divora i propri stessi figli. I giovani italiani forse avrebbero qualcosa da imparare dall'Edipo Re (e dall'Edipo a Colono): Edipo (per crescere) uccideva il padre, e andava a letto con la madre. Invece in Italia i padri ruberebbero la fidanzata al proprio figlio. Innaturale.

Ma l'Italia taglia le gambe ai giovani: non offre loro alcuna opportunità. E i giovani più in gamba fuggono. “I padri vogliono tutto, soldi e ragazze. E così i giovani sono costretti ad andarsene” dice uno sconsolato Francis Ford Coppola, uno che di Italia e storie familiari se ne intende!

[Fonte: La Stampa]

martedì 17 novembre 2009

Cosa spinge 200 giovani donne a fare le hostess a una Lectio di Gheddafi per 75 euro netti?

All'ingresso hanno lasciato cellulare, fotocamere e borsette: mica voleva cadere nei tranelli delle veline berlusconiane nei bagni di Palazzo Grazioli... Ma se Gheddafi è più furbo di Berlusconi (ci vuol poco?), mi chiedo: perché 200 giovani donne, anche laureate, vanno a fare le hostess a una serata con Gheddafi, per 75 euro netti? Che male c'è, diranno alcuni. Per carità: nulla, di questi tempi! Hostess, mica escort. Ma mi viene da usare le parole di Franco Battiato in Inneres Auge: Che male c'è a organizzare feste private con belle ragazze per allietare... "Ma non ci siamo capiti... perché dovremmo pagare anche gli Extra a dei Rincoglioniti"?

Ecco, ragazze, il Corano leggiamolo e studiamolo: doveroso in una società multi-etnica! Sicuramente bello e colto. Ma perché essere invitate in quanto modelle, e non studentesse, dover aspettare 3 ore il rais per 75 euro e sorbirsi un clima da Quiz Tv? Altro che far aspettare una signora... qui si fa la coda per 75 euro! Cos'è: sindrome da Videocracy Basta apparire? Inflazione galoppante? Farsi notare, avere da raccontare un'esperienza su Facebook...? O cos'altro?

Già ho trovato avvilente che nessun professore universitario, la scorsa estate, si sia alzato e se ne sia andato in grande polemica con la lezione di Gheddafi sul significato etimologico di "democrazia" (per Gheddafi non deriva dal greco demos e kratos, bensì da una parola che vorrebbe dire "sedia", forse il cadreghino del potere di uno sketch leghista di Aldo, Giovanni e Giacomo...). Lo scempio della cultura greca, il travisamento barbaro delle nostre più profonde radici culturali, passato per Lectio magistralis, è stata davvero la ciliegina sulla torta di un'università allo sbando, che si fa maltrattare non si sa in cambio di cosa. Vergognoso y punto.

Ma ieri sera siamo andati ben oltre: 200 ragazze, anche laureate e animate dalle migliori intenzioni (Maria Bellucci voleva per esempio ripetere la stessa domanda che fece Oriana Fallaci a Gheddafi, pubblicata sul Corriere della Sera il 2 dicembre 1979: brava e coraggiosa, lo dico davvero; ma senza registratore, che ci faceva della sua risposta?); 200 ragazze adombrate e zittite dal silenzio digitale del Jammer (che azzera le comunicazioni elettroniche), si sono prestate a far da auditorio (adulante! ci racconta la simpatica Bellucci, che invece si è rifiutata di applaudire), con tacco 10 e vestite a festa (non scollate, sottolineano: ...ma ci mancava pure questo!); insomma, hanno fatto da tappezzeria al Rais che era in cerca di una serata (innocente per carità!) con le ragazze italiane.

Credo sempre nelle "buone intenzioni" delle ragazze giovani perché le esperienze, anche le peggiori, servono a crescere e maturare. Maria Bellucci ha dimostrato che si può provare a essere ironiche anche in certe situazioni, ma spero che tragga altre conclusioni, per il bene di noi tutte ex ragazze. Rimane il fatto che non riesco proprio a capire: 75 euro sono un compenso davvero da fame (neanche ci si compra mezzo golfino di cachemire o uno smartphone di moda!). Noi ex ragazze avremmo snobbato l'invito oppure lo avremmo contestato e de-tournato in chiave situazionista. Le "belle addormentate" invece non fanno mai una bella fine in nessuna storia: spero che essere uscite dopo mezzanotte, senza neanche aver bevuto un bicchiere d'acqua (niente cena di gala!), le abbia risvegliate dall'incubo. Hostess per pagarsi gli studi, può andare, ma servette adulanti, no grazie.

lunedì 16 novembre 2009

Fattore D/Donne in camice bianco

Le donne chirurgo erano il 10% negli anni '80, ma stanno per sorpassare gli uomini in alcuni reparti: oggi sono il 18% , 11.623 nelle 15 specialità di Chirurgia. Se in Chirurgia generale sono ancora poche (ferme al 9%), sono 4.479 (il 35%) in Ginecologia, 2.134 in Endocrinologia e 1.626 in Oftalmologia.
Il motivo dell'ascesa in Chirurgia? La passione delle donne per il bisturi; il talento; ma anche una fuga tattica degli uomini. Otto chirurghi su dieci ricevono un avviso di garanzia. Meglio lasciare il campo alle colleghe, pare.

mercoledì 11 novembre 2009

Maschilismo da caserma? Anche a sinistra dilaga

Il ministro Giorgia Meloni finisce nel mirino del disegnatore Alessio Spataro. E fin qui tutto normale: Spataro arriva dal Manifesto e Liberazione.

Ma il libro a fumetti, dedicato a Meloni, si intitola La ministronza, casa editrice Grrretic.
"Il libro di fumetti sulla Meloni mi sembra un'operazione molto misogina", ha dichiarato Paola Concia del Pd. Anchge Rosy Bindi si è indignata per la volgarità gratuita di titolo e testi.

Proprio mentre le donne sono sotto scacco in Italia su ogni fronte, la satira "di sinistra", invece di essere tagliente e mordace contro un avversario politico, preferisce cedere all'insulto facile e a un linguaggio classico machista contro una donna. Evidentemente va di moda, sotto tutto l'arco costituzionale. Di sinistra? No, da caserma.

Aldo Cazzullo: A molte Berlusconi piace così. Vabbè, ma a CHI?

Due fatti. Il primo è un aneddoto. Si svolge decenni fa, ai tempi di TeleMilano, con una 25enne Sabina Ciuffini, invitata a pranzo da un Berlusconi "su di età", ma con i capelli "tirati all'indietro", forse "tenuti con un gel". Decenni fa, ma sembra ieri: in un'Italia mummificata e cristallizzata in un palinsesto in cui l'orologio della storia si è cristallizzato. Il racconto è semplice ma esilarante: parla di una scommessa da 10 milioni di lire, di una tavola imbandita, apparecchiata con sontuose cristallerie e candele (ma dentro una palestra in disuso, dove il contrasto stona) e accanto ad una pedana "con un paio di suonatori" (il fantasma di Apicella?). Si conclude così: "Io avevo 25 anni, eravamo in pieno femminismo", contro il sistema e "francamente, quel tipo di corteggiamento non poteva funzionare". Soprattutto, perché sul più bello arrivò l'allora fìdanzato della Ciuffini, e Berlusconi, temendo il peggio, "si alzò da tavola, farfugliò qualcosa e uscì a passi svelti". Insomma, una fuga in piena regola! [Da: Confessioni, Io Donna, supplemento Corriere della Sera]

Con gli occhi spalancati su questo immaginario, fissati su questo spaccato di corteggiamento (con tanto di scommessa in denaro!), ora rileggiamo l'opinione di Aldo Cazzullo a pagina 50 dello stesso magazine: "A molte Berlusconi piace così". Cazzullo è più realista del re e ci spiega come mai a molte donne (anche se si sente in dovere di sottolineare che "le donne non sono tutte uguali"!) Berlusconi va bene così com'è: anni '50, galante, allusivo, monomaniacale.

Ma a quali donne piace essere considerate solo e soltanto un puro oggetto di conquista seriale? In cui per il Casanova di turno Parigi val bene una messa pur di sedurla, possederla e passare ad altra? A quali donne interessa lavorare solo perché rientrano nella categoria delle "segretarie più belle del mondo"? A quali donne piace essere le ministre del paese di Casanova?

Se in Italia il fascino del denaro - del potere - del successo spregiudicato, tutto declinato al maschile, risulta vincente presso troppe donne (mentre in altre società sarebbe un boomerang), i motivi vanno rintracciati nella madre di tutte le sconfitte: la "questione del lavoro e del merito".

In Italia le donne sanno che per fare carriera, dovranno faticare moltissimo e prima o poi sbatteranno contro il "soffitto di cristallo" che, troppo spesso, a pari merito, impedirà loro (o tenterà di impedir loro) di raggiungere il Top della carriera solo per questioni di genere. E non di merito.

In Italia le donne, nelle situazioni più diverse e anche più professionali, sono ancora oggi apostrofate con un noiosissimo "Signora o signorina?", domanda retorica alla quale l'interlocutore rimane di sasso (nel 2009!) se si sente rispondere con un distaccato ma fermo: "Dottoressa". Ingegnere, poi!, lo lascerebbe basito.

In Italia il fattore D non sfonda: sono 2831 i posti disponibili nei consigli di amministrazione delle società presenti a Piazza Affari, ma solo 167 di essi sono occupati da donne: un misero 4% circa del totale (dati: Ocse).

In Italia le donne nelle Authority indipendenti sono oggi il 6,9%, in Parlamento sono ferme al 19% e la metà rispetto al governo in carica.

Nelle pari opportunità, l'Italia retrocede al 72esimo posto su 134 (classifica Wef): "L'Italia - illustra il Gender Gap Index del World Economic Forum di Davos - continua ad occupare una delle ultime posizioni tra i Paesi europei" per i "risultati sempre scarsi in materia di partecipazione economica delle donne".

In Italia, sostiene Videocracy, basta apparire. Come? Discinte, anche se ieri PierSilvio Berlusconi ha deciso di rivestirle un po' e tagliarne la presenza in Tv (dopo il dimezzamento degli utili nella trimestrale...).

In Italia "l’arroganza del potere machista, camuffato da galanteria d’altri tempi, è corrosivo e ingiurioso per tutte quelle donne i cui meriti vengono scavalcati da chi si fa connivente di un regresso culturale" (Grazia Verasani).

In Italia le donne perdono il senso di sé e del proprio corpo, perché zittite se brutte, ma anche zittite se intelligenti!; perché bombardate da immagini di fanciulle mute e discinte che affianca­no anziani signori petu­lanti; e perché pezzi del loro corpo, cannibalizzato dalla pubblicità, vengono ossessivamente sfruttati 24 ore su 24 (Maria Laura Rodotà).

Negli ultimi 40 anni, due su tre posti di lavoro creati nel mondo sono occupati da donne (Economist).

In Italia nel 2004 solo il 48% delle donne appartenenti alla fascia d'età tra i 25 e i 64 anni aveva almeno un livello d'istruzione secondario, in Svezia la stessa percentuale arrivava all'85% (Il Sole 24 Ore).


Ma in Italia in Tv e spesso sui testi scolastici delle primarie passa solo un ruolo sottomesso e sommesso della donna: "Il più bel regalo di Dio agli uomini". E Cazzullo non ci risparmia il finalino di prammatica: "(...) Anche se le donne italiane hanno mosso passi enormi, all'evidenza per molte di loro - piaccia o no - è ancora così". Ma ripeto: per QUALI donne? E dopo quale brain washing?

Se anche Cazzullo, bravo e intelligente quando parla d'altro, ci racconta (tautologicamente) che è così perché così è da sempre, senza andare a fondo della questione femminile, senza centrare il vero nodo gordiano delle donne-tappezzeria (la questione del lavoro e del merito!), capiamo quanta strada abbiamo ancora da fare... Decisamente tanta: Hillary Clinton e Michelle Obama rimarrebbero sconvolte? Ma non solo loro!

martedì 10 novembre 2009

Tra il sesso a pagamento e la morale bacchettona, c'è ancora spazio per l'Amore Libero?

Escort, trans, Sex total body, mercificazione dei corpi, donne con il cilicio e i para-occhi. C'è grande confusione sotto le lenzuola? O il Belpaese è solo malato di voyeurismo e perbenismo strisciante?

Nel paese in cui un Giovanardi qualsiasi, in stato di grazia (come non accadeva alla politica dai tempi di Pinelli e del malore attivo!), insulta, con insistente cattiveria, un ragazzo ucciso, assistiamo all'ultimo teatrino: di nuovo, sul corpo delle donne. Dopo il massacro morale dei defunti, l'altro sport nazionale è calpestare le donne.

Pietrangelo Buttafuoco, dalle pagine del suo nuovo libro Fimmini, ci spiega che la sinistra è bacchettona (e su questo non discutiamo troppo, perché, insomma, proprio falso non è!) e le donne si sentono amate tradizionalmente solo a destra. Coooosaa?

Beh, a questo ci ribelliamo! Noi donne dovremmo solo trovare bellimbusti con il gel, televisionari, che credono che la "banda larga" sia un'estensione del "lettone di Putin" e roba del genere? No, grazie! A tutto c'è un limite, meglio sole che male accompagnate!

Ma, visto che non ci siamo date alla castità in servizio permanente, e non ci rassegniamo al modello Billionaire, rispondiamo punto per punto.

Ma tra il sesso a pagamento e la morale bacchettona e conformista, c'è ancora spazio per l'Amore Libero? Per l'Amor, ch'a nullo amato amar perdona?

Il sesso Total Body del mondo Trans non ha nulla da insegnare alle donne in cilicio di tutto l'arco costituzionale (e anche fuori)? L'amour fou è ancora libertario? Amor vincit Omnia non vuol dire più niente a nessuno?

Le donne vogliono lasciare alla destra la forza e la carica eretica, ma creativa e libertaria dell'amore? Noi, ex bad girls (che non andranno in Paradiso, ma dovunque ci piaccia!), non vogliamo riappropriarci dei nostri corpi e del loro potere sovversivo?

...Anche di femme fatale, come cantava Nico per i Velvet Underground. Anche se si litiga con la bilancia (come capita a tant*!), se si sono passati gli anta o spuntano i primi capelli bianchi o le rughe....

Ma chissenefrega! Femme Fatale è uno stato mentale. E non si misura con il botox, il tacco 12 e il Pilates. Ma si gioca sul filo della seduzione, della libertà intellettuale, della creatività personale, dell'amore ludico e della libertà (in senso libertario, sia chiaro!, e non della Pdl..... la cui ossessione per le donne ha un quid di malato, come il conformismo di una certa ex sinistra bacchettona!).

lunedì 9 novembre 2009

Ragazze Nerd? Tacco 12 alla Marissa Meyer di Google

Se pensate che tutte le donne hacker siano punk e piene di borchie e catene, siete fuori strada. Se credete che i Nerd abbiano tutti "la catena al portafogli o gli occhiali spessi" come Bill Gates, vi sbagliate di grosso. Ci sono anche le ragazze che scrivono codice tutta la notte, con tacco 12 e vestiti glamour: date un'occhiata a Marissa Meyer di Google: bella, elegante e con la testa!

Insomma, regine (di cuori?) non malate di velinismo... Fatevi largo, girls, l'hi-tech è anche vostro :)

[Fonte: Gizmodo.it]

mercoledì 4 novembre 2009

Hello Kitty vede tutto rosa (a iniziare dal business). Ma è dalla parte delle bambine o no?

Iniziamo dai numeri (che dicono ben più del suo zuccheroso e rosa metaverso!): ha compiuto 35 anni, ma è rimasta infantile come non mai; solo nel 2009 la sede nipponica ha generato 14mila nuove licenze per il marchio HK e la sede di Los Angeles ne ha prodotte 100mila; mette in cassaforte 10 milioni di euro ogni anno in royalties; ammontano a 200 milioni di euro i prodotti venduti col marchio HK. Parliamo ovviamente di Hello Kitty [Fonte: La Repubblica].

Ma la gattina talmente dolce da far venire le carie a contemplarla, è davvero così innocente come appare? Hello Kitty è dalla parte delle bambine?

"Dalla parte delle bambine" è un libro del 1973, scritto da Elena Gianini Belotti, che raccontava "l'educazione sociale e culturale all'inferiorità".

Femminismo e idea di parità tra i sessi si saranno pure affermati, e non certo ovunque nel mondo, ma quello che è mancato (come dimostrano certi modelli) è il "lavoro sull'immaginario e sul simbolico". Tutta la suddivisione del consumo in generi, e quindi tutti gli stereotipi di genere che ne sono derivati (che riguardano adult* e bambin*) arrivano dalla pubblicità.

Ma non demonizziamo la Tv! Perché poi scopriamo che gli stereotipi più pesanti arrivano dai libri scolastici in cui risulta che "la maggior parte dei padri lavora, la maggior parte delle madri sta a casa; la maggior parte delle professioni degli uomini sono stupende, affascinanti, mentre le donne sono fate, streghe, nutrici, mamme. Ma c'è anche qualcosa di più pesante. Ci sono racconti con bambini che protestano perché la mamma lavora" (v. Reuters 2008).

Insomma, non prendiamocela con la zuccherosissima e rosa Hello Kitty, se non vogliamo aprire i testi scolastici delle elementari dei nostri figli: lì sì che scopriamo che la discriminazione giunge soprattutto dalla "carta ufficiale". E che dalla parte delle bambine, conviene essere sempre.

martedì 3 novembre 2009

Tina Fey in mutande mostra che il Parlamento italiano è... nudo

Tina Fey al David Letterman, nella serie 30 Rock su Sky, ha infiammato il Late Show con la sua travolgente vis comica. La battuta migliore: l'ironica Tina Fey è in abiti ultra-succinti, da velina si direbbe nella provincialissima Italia, e dice qualcosa del genere: Non sto più nella pelle di provare il mio abito di Halloween! Da Cosa sono (s)vestita? Ma da senatrice italiana, è ovvio!

Non dubitavamo: voi avete la svampita Sarah Palin, noi ci accontentiamo delle show-girl in Trans(atlantico). E non c'è bisogno di scomodare quell'antipatico di Catone il Censore, figuriamoci.

lunedì 2 novembre 2009

Dieta e palestra? Ma va là: il Transgender insegna un'altra femminilità

Scrive Natalia Aspesi su La Repubblica: "Le signore trasecolano, ci rimangono molto male: ma come, non le volevano esili, soffici, tenere, levigate, persino piccine, quasi infantili, insomma femminili, e loro per ansia di piacere, a dieta, a far ginnastica, ad ammorbidirsi e depilarsi ovunque; e poi si scopre che quel che sognano in segreto i loro innamorati sono donnone grandi e muscolose, con seni enormi e contundenti, consentita la barba e la voce profonda, soprattutto indispensabile quella parte del corpo che con tutta la buona volontà di accontentare i gusti degli uomini, proprio si ostina a mancare".

Il prossimo lunedì che ci metteremo con fatica a dieta, pensiamoci bene!